VENERDÌ 05 LUGLIO 2019 19.42.23
TUMORI: ALLA TIROIDE RADDOPPIATI IN 20 ANNI, DONNE 3 VOLTE PIU' COLPITE =
ADN1372 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
TUMORI: ALLA TIROIDE RADDOPPIATI IN 20 ANNI, DONNE 3 VOLTE PIU' COLPITE =
Milano, 5 lug. (AdnKronos Salute) - Sono raddoppiati negli ultimi 20
anni i casi di tumore alla tiroide, la neoplasia del sistema endocrino
più diffusa, sesta per frequenza nelle donne che sono colpite 3 volte
più degli uomini. Una malattia che nel 90% dei casi origina dalle
cellule follicolari tiroidee, quelle che producono gli ormoni secreti
dalla ghiandola (fT3 e fT4), e prende il nome di adenocarcinoma
papillare o follicolare. Caratteristiche che permettono di definirlo
come 'tumore differenziato'. E' stato uno degli argomenti al centro
dell'ottava edizione del Congresso Cuem (Clinical update in
endocrinologia e metabolismo), che si è svolto oggi all'ospedale San
Raffaele di Milano.
"L'incidenza di tale neoplasia è in aumento principalmente a causa di
due fattori: il miglioramento delle tecniche diagnostiche, che
permettono di riconoscere sempre più precocemente la presenza di
noduli tiroidei anche di piccole dimensioni, e la maggiore esposizione
a fattori di rischio ambientali (inquinanti, agenti tossici,
radiazioni ionizzanti)", sottolinea Andrea Giustina, presidente della
Società europea di endocrinologia e del Cuem. "In assenza di sintomi
specifici, e quando i noduli sono non palpabili e non rilevabili -
spiega lo specialista - la maggior parte delle diagnosi avviene in
modo 'incidentale' nel corso di indagini diagnostiche" e "il sospetto
viene generalmente risolto mediante l'esame citologico su
agoaspirato". (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
05-LUG-19 19:42
NNNN
VENERDÌ 05 LUGLIO 2019 19.42.23
TUMORI: ALLA TIROIDE RADDOPPIATI IN 20 ANNI, DONNE 3 VOLTE PIU' COLPITE (2) =
ADN1373 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
TUMORI: ALLA TIROIDE RADDOPPIATI IN 20 ANNI, DONNE 3 VOLTE PIU' COLPITE (2) =
(AdnKronos Salute) - "In presenza di un nodulo tiroideo neoplastico -
precisa Giustina - la questione centrale è la sua stadiazione, ossia
la valutazione delle sue caratteristiche che portano alla scelta del
relativo trattamento". Infatti, "a seconda del cosiddetto profilo di
rischio del nodulo si opta per la chirurgia (parziale o radicale) e
l'eventuale stadiazione e/o trattamento a base di radioiodio (I131)".
E dopo l'intervento? Secondo l'esperto, "un corretto approccio
post-chirurgico nella gestione del paziente con carcinoma tiroideo
differenziato prevede una ristadiazione (ablazione del residuo), atto
quasi esclusivamente diagnostico nei pazienti con rischio intermedio
basso di recidiva; un trattamento adiuvante con maggiori dosi di
radioiodio nelle forme biologicamente più aggressive, e un trattamento
di maggiore impegno nella malattia metastatica conclamata".
(Red-Opa/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
05-LUG-19 19:42
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