SABATO 17 AGOSTO 2019 19.37.03
>>>ANSA/ Trump contro i transgender, e' giusto licenziarli
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>>>ANSA/ Trump contro i transgender, e' giusto licenziarli
Il tycoon a Corte Suprema, non sono protetti da Civil Rights Act
(ANSA) - NEW YORK, 17 AGO - Donald Trump contro i
transgender. L'amministrazione chiede alla Corte Suprema di
legalizzare la possibilita' di licenziarli solo per il fatto di
essere, appunto, transgender. E questo perche' il Civil Rights
Act, la legge Usa sui diritti civili, non li tutela: essa,
varata nel 1964, infatti vieta la discriminazione sul posto di
lavoro in base al "sesso biologico" e non a quello che si vuole
acquisire.
Se la linea dell'amministrazione passasse si tratterebbe di
un nuovo pesante schiaffo contro la comunita' LGBTQ. Le polemiche
per la discesa in campo di Trump sono immediate, con le varie
organizzazioni a tutela dei diritti dei gay che parlano di
scandalo e passo indietro. "Il principio di uguaglianza e'
semplice e ovvio. E' una disgrazia che il governo cerchi di
limitare le norme anti-discriminazione" afferma Chris Geidner,
di Justice Collaborative. "La gente non realizza che la posta in
gioco e' elevata e va al di la' delle comunita' trans e LGB, perche'
riguarda ogni persona che si scosta dagli stereotipi sessuali"
rincara la dose l'American Civil Liberties Union.
Critiche che comunque non sembrano in grado di far
indietreggiare l'amministrazione, che vede nella Corte Suprema a
maggioranza conservatrice una chance per 'riscrivere' molte
delle sentenze storiche, dall'aborto ai diritti per i gay. Il
governo Obama aveva interpretato il Civil Rights Act come uno
strumento di difesa anche per i transgender. Con l'ascesa di
Trump pero' l'interpretazione della legge e' stata rivista: l'ex
ministro della Giustizia Jeff Sessions aveva infatti escluso i
transgender dalle tutele anti-discriminazione sul posto di
lavoro. Ora sta alla Corte Suprema chiarire le norme.
Il prossimo 8 ottobre i saggi ascolteranno il caso di Aimee
Stephens, che ha iniziato a lavorare in una societa' di pompe
funebri nel 2007 come uomo e che poi, sei anni dopo, ha
annunciato al suo datore di lavoro la sua transizione verso
l'essere donna. Una transizione che ha causato il suo
licenziamento. L'amministrazione Trump si schiera con la societa'
di pompe funebri e contro la sentenza della Corte d'appello del
Sesto Circuito, che lo scorso anno ha dato ragione a Stephens.
"I fatti inconfutabili mostrano che la casa di pompe funebri ha
licenziato Stephens perche' la donna rifiutava di voler
rispettare gli stereotipi sul sesso del suo datore di lavoro"
aveva spiegato il giudice Karen Nelson nella sua lunga sentenza
di 49 pagine. La sentenza pero' non ha risolutiva: lo scontro e'
andato avanti e ora sta alla Corte Suprema pronunciarsi in una
sentenza che rischia di cambiare le carte in tavola per i
diritti LGBTQ con ripercussioni al di la' del solo posto di
lavoro. Sposando la tesi di alcuni gruppi cristiani
conservatori, Trump ritiene invece che il Congresso vieta solo
le discriminazioni fra uomo e donna e un'interpretazione piu'
ampia della parola "sesso" nel Civil Rights Act significa
riscrivere interamente la legge, cosa che solo il Congresso puo'
fare e non i tribunali. (ANSA).
DRZ
17-AGO-19 19:36 NNNN
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