VENERDÌ 16 AGOSTO 2019 17.43.27
##Governo, ancora capriole. Salvini frena crisi, M5s ago bilancia
##Governo, ancora capriole. Salvini frena crisi, M5s ago bilancia Di Maio: "Non molliamo". Leader Lega: 'Sì a taglio parlamentari'
Roma, 16 ago. (askanews) - Dalla spiaggia di Palinuro - senza nè
musica nè mojito - con un gruppetto di bagnanti che salutano,
chiedono selfie ma danno anche indicazioni politiche ("sfiducia
Salvini, per favore" consiglia una signora), Luigi Di Maio appare
rinfrancato quando afferma che "noi non molliamo, soprattutto
adesso". Dopo un Ferragosto di giravolte e capriole, di botta e
risposta tra il premier Giuseppe Conte ("Salvini ossessionato dai
migranti") e il ministro dell'Interno Matteo Salvini ("Il mio
telefono è sempre acceso") è il Movimento Cinquestelle ad essere
ago della bilancia in questa crisi che si trascina da nove giorni
senza che nessuno del governo gialloverde si sia dimesso.
Il capo politico del Movimento Cinquestelle smentisce e bolla
come una "fake news" la notizia di un'offerta golosa da parte
della Lega per ricucire: lui, Di Maio, premier al posto di Conte
per un bis dell'alleanza Lega-M5s al governo. "Non ci interessano
poltrone, non ci interessano giochi di palazzo - puntualizza -.
Per noi è importante il taglio dei 345 parlamentari per dare un
grande segnale di cambiamento. Punto. Abbiamo sempre lavorato per
fare il meglio del Paese e soprattutto in questo momento dopo che
la Lega ha fatto piombare l'Italia in una crisi senza precedenti,
nel pieno di agosto".
Tutto si deciderà il 20 agosto quando il premier Giuseppe Conte -
che in questi giorni in ogni occasione pubblica, da Foggia a
Genova, ha parlato e fatto promesse a cittadini e sindaci come se
fosse destinato a restare in una posizione di governo - riferirà
in aula. "Chi sfiducerà Conte lo farà per evitare che si voti il
taglio dei parlamentari. Questa è la realtà", ha chiosato Di
Maio. La mozione di sfiducia della Lega a Conte sta ancora lì ma
più di un dirigente di peso del partito ha spiegato che tocca a
Salvini decidere se ritirarla o meno. Peraltro Salvini ha
ribadito che "la Lega voterà ancora il taglio dei parlamentari".
Ma se la giornata del 20 agosto si concluderà in Senato con le
dimissioni di Conte (che ci sia voto o meno) questo farà saltare
la seduta parlamentare del 22 a Montecitorio sul taglio dei
parlamentari. Salvini questo lo sa benissimo. Come sa che se mai
il governo si rimettesse in sesto i Cinquestelle esigerebbero il
salario minimo. Lo stesso Salvini deve fare i conti anche in casa
dove più di un parlamentare ricorda che "in 11 mesi di cose buone
ne sono state fatte".
Proprio di salario minimo, peraltro, parla il capogruppo del Pd
alla Camera Graziano Delrio ipotizzando un patto di legislatura,
alla tedesca "come Cdu e Spd", "scritto", tra i Dem e i
Cinquestelle. Ma la strada per i dem è molto in salita. Al minimo
profumo di riappacificazione tra M5s e Lega Matteo Renzi promette
lotta dura: "Siamo pronti a un Governo Istituzionale per salvare
le famiglie dall'aumento dell'Iva e per evitare che l'Italia sia
isolata in Europa. E siamo ancora più pronti - aggiunge - a fare
un'opposizione ancora più dura se grillini e leghisti si
rimetteranno insieme per una banale esigenza di poltrone".
Nel Pd la linea del segretario Nicola Zingaretti resta contraria
ai "governicchi" e aperta a costruire un'altra maggioranza solo
se ci sono condizioni "vere, serie, di alto profilo". Insomma una
strageia di attesa. Attenzione, si fa infatti notare, "c'è ancora
un governo" e la situazione è dunque in continuo divenire. Di
certo bisogna essere "pronti" alle urne.
Difficile fare pronostici. Ci prova un politico di lungo corso
come Pierluigi Castagnetti: "Scommettiamo? Salvini ritirerà la
mozione di sfiducia. (a proposito di chi non è attaccato alla
poltrona)" scrive su Twitter.
In tutto questo il Quirinale, con il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella ancora in vacanza alla Maddalena, continua a
seguire la sua strada: attenzione massima per quello che accade e
nel contempo rispetto assoluto per le dinamiche partitiche e
parlamentari in atto. Pronto però ad intervenire (con le
consultazioni) nel caso la situazione prenderà la via della crisi
formale. A cominciare dalle dimissioni di Conte. Con il faro del
Colle puntato sempre su due temi fondamentali: la definizione
della manovra che il governo (quale che sia) dovrà approntare
entro ottobre per rispettare i tempi formali chiesti dall'Ue;
trasmettere a Bruxelles entro il 26 agosto da parte del governo
il nome del commissario europeo designato dall'Italia. Ma da qui
al 20 agosto la strada è ancora lunga.
Vep-Fdv 20190816T174314Z
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