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lunedì 16 novembre 2020

Tempo - Niente aumento delle pensioni a si premiano quelle d'oro

 

LUNEDÌ 16 NOVEMBRE 2020 00.55.32


Tempo - Niente aumento delle pensioni a si premiano quelle d'oro



LEGGE DI BILANCIO Viene ridotta da cinque a tre anni la durata del contributo di solidarietà per chi prende più di 100mila euro Niente aumento delle pensioni Ma si premiano quelle d'oro Inserito in manovra il rinvio della rivalutazione degli assegni dal 2022 al 2023 Dirittura d'arrivo 2.060 Consulta Èstata la Corteeostituzianale La legge di bilancio sarà discussa oggi in Consiglio dei ministri Il testo è considerato «chiuso» 36 Mil ardi di euro Lo perdita delle pensioni nel triennio 2020-2022 a causa del (raffreddamento della rivalutazione delle pensioni. II governo vuole estenderlo al 2023 5 Milioni di persone Quanti sono i titolari di pensioni coinvolti dal rinvio della rivalutazione degli assegni decisa dal governo nella legge di bilancio in approvazione DARIO MARTINI d.martini@iltempo.it ... La pandemia ha messo in ginocchio il potere d'acquisto degli italiani. Eppure il governo decide di rinviare di un anno la rivalutazione delle pensioni. In un momento come questo, viene chiesto l'ennesimo sacrificio a milioni di pensionati. Ma c'è chi può tirare un sospiro di sollievo. Sono i cosiddetti pensionati d'oro, ovvero coloro che prendono un assegno annuo superiore ai centomila euro lordi. La durata del contributo di solidarietà che sono costretti a pagare, infatti, viene ridotta da cinque a tre anni. E tutto messo nero su bianco nella legge di bilancio che oggi pomeriggio il ministro Gualtieri porterà in discussione nel Consiglio dei ministri. Il testo, che «è di fatto chiuso», assicurano fonti presenti all'incontro che si è tenuto ieri tra il titolare all'Economia e il premier Conte, farà questo nuovo passaggio in Euro Per chi percepisce essegni fino o questa cifra non cambia nulla. Per gli importi superiori resterà in vigore la rivalutazione ridotta Cdm, dopo esser stato approvato lo scorso 18 ottobre, solo per un'ulteriore condivisione con l'intero esecutivo. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia sul fronte pensioni. La novità principale è inserita nell'art. 61 della bozza della manovra. Riguarda la «rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici». Al governo basta un piccolo ritocco all'art. 1, comma 477, della precedente legge di bilancio del 27 dicembre 2019. Le parole «per il periodo 2020-2021», infatti, sono sostituite con «per il periodo 2020-2022». In pratica, si allunga di un anno la stretta sulla rivalutazione degli assegni. Dal primo gennaio 2022, infatti, sarebbe dovuto tornare in vigore il calcolo più vantaggioso contemplato dalla legge di bilancio del 2018. Adesso, ciò avverrà solo a partire dal 2023. La platea coinvolta è di circa cinque milioni di pensionati, per una perdita complessiva in tre anni di 3,6 miliardi. Attualmente è un vigore un sistema più penalizzante rispetto al precedente. In realtà, per chi prende un assegno fino a 2.060 euro (pari o inferiore a quattro volte il minimo fissato a 515 euro) già adesso non cambia nulla, visto che l'indice di rivalutazione calcolato sull'inflazione (0,4%) si applica al 100% dell'importo. In questo caso, l'aumento è di circa 8 euro mensili. Continuando a seguire un criterio proporzionale, chi ha un assegno che a dettare lamodem che riguarda coloro che prendono le cifre più alte va da quattro a cinque volte il minimo (da 2.060 a 2.575 euro), si vede calcolare una rivalutazione solo sul 77% dell'assegno; chi prende tra 5 e 6 volte sul 52%; tra 6 a 8 volte sul 47%; tra otto a nove volte sul 45%; oltre 9 volte sul 40%. Alla luce della nuova legge di bilancio, questo sacrificio durerà ancora due anni, prima di tornare ad un sistema di calcolo più vantaggioso, che prevederà un indice di rivalutazione da calcolare sul 90% dell'importo per le fasce comprese tra 4 e 5 volte il minimo e sul 75% per tutti coloro che hanno assegni superiori. Le notizie migliori arrivano per i pensionati d'oro che oggi pagano un cospicuo «contributo di solidarietà». Il governo non fa altro che recepire una sentenza della Corte costituzionale (la n. 234 del 2020) per cui questa tassazione speciale non può avere durata superiore a tre anni, e non cinque come inizialmente previsto a partire dal 2019. Dal 2022, quindi, il contributo scomparirà. Si tratta di un risparmio consistente. Attualmente, infatti, la "tassa" è pari ad un'aliquota del 15% per la parte eccedente i 100mila euro annui fino a 130mila euro, del 25% tra i 130 e i 200.000 euro, del 30% tra 200 e 350.000, del 35% tra 350 e 500mila e del 40% per la parte eccedente i 500.000. mRPR""V11"NE RISERVATA *** #s#39 #t#0 #c#nazionale#c# Niente aumento delle pensioni a si premiano quelle d'oro Tempo Martini Dario 31

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