Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha dichiarato che all'ultima riunione dei ministri degli Esteri della UE, molti ministri hanno parlato di "stanchezza da Ucraina" nei loro Paesi e di quanto fosse difficile mantenere l'attenzione sulla crisi ucraina nell'opinione pubblica di molti Paesi della UE.

 Saker Italia Notizie

- di Alexey Pushkov

Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha dichiarato che all'ultima riunione dei ministri degli Esteri della UE, molti ministri hanno parlato di "stanchezza da Ucraina" nei loro Paesi e di quanto fosse difficile mantenere l'attenzione sulla crisi ucraina nell'opinione pubblica di molti Paesi della UE.

Il cambiamento di sentimento è naturale. La stanchezza ha iniziato ad accumularsi molto tempo fa. Tuttavia, era necessario un fattore scatenante per renderlo politicamente valido. Tale innesco è stato la guerra in Medio Oriente. Questa guerra ha messo a nudo la vulnerabilità dell'Europa sotto tre aspetti:
a) la probabile radicalizzazione dei milioni di musulmani che vivono nei Paesi della UE e che protestano contro le azioni di Israele;
b) una possibile nuova ondata di rifugiati dal Medio Oriente, questa volta dalla Striscia di Gaza, cacciati dalle loro case dagli israeliani nell'ambito della "pulizia" del nord di Gaza;
c) le conseguenze della sovrapposizione della crisi ucraina a quella mediorientale, con nuove spese, aumento dei prezzi del gas, deterioramento del clima economico, ulteriori spese per i rifugiati e i migranti, ecc.

In queste condizioni, l'approvazione di ogni nuovo pacchetto di aiuti all'Ucraina e l'assegnazione di nuove tranche sta diventando sempre più angosciante per gli europei. Soprattutto, quando sentono da Kiev che i più di 60 miliardi di dollari che l’amministrazione Biden vuole davvero stanziare per l’Ucraina per tutto il prossimo anno, non basteranno a Kiev(!). Gli europei devono ancora rendersi conto in che cosa si sono cacciati. C'è già la stanchezza. Ci sarà ancora consapevolezza