Intelligence for the People
Perché stanno aumentando enormemente le probabilità di allargamento del conflitto: lo scontro fra Israele e Hamas è a un passo dal trasformarsi in un conflitto regionale fra Israele/USA e l’asse filo-iraniano, coinvolgendo Libano, Siria, Iraq, Yemen, e forse lo stesso Iran.
L’offensiva di terra israeliana non è ancora partita perché gli USA stanno smorzando lo slancio del governo Netanyahu. Ma non è per liberare altri ostaggi, come talvolta è stato scritto, bensì per dare il tempo agli USA di prepararsi a un’escalation iraniana nella regione.
https://www.axios.com/2023/10/23/biden-israel-gaza-middle-east-war-threat
Gli USA hanno bisogno di alcuni giorni per far convergere nella regione altre armi, ed in particolare sistemi di difesa aerea (Terminal High Altitude Area Defense – THAAD – e Patriot) per proteggere le basi americane in Siria, Iraq, e altrove.
https://www.axios.com/2023/10/22/israel-hamas-war-missiles-pentagon-austin
Gli USA ritengono inoltre che Israele si troverà in seria difficoltà in una guerra su 2 fronti (Gaza e Libano), e che un simile conflitto rischia di risucchiare Washington da un lato e l’Iran dall’altro.
Teheran ha avvertito che l’asse iraniano interverrà se il massacro a Gaza proseguirà, e soprattutto se ci sarà un’offensiva israeliana di terra. Ma invece di cercare un cessate il fuoco, gli USA si stanno assicurando che le proprie truppe “siano protette e abbiano la capacità di rispondere”.
Gli USA vogliono che l'offensiva israeliana prosegua, mentre loro dissuadono altri attori regionali dall’intervenire puntando loro "una pistola alla tempia". Ma è probabile che l’asse iraniano intervenga ugualmente, semplicemente perché sa che Hamas è solo il primo della lista.
Teheran e i suoi alleati hanno elaborato una teoria di “unificazione dei fronti” per rispondere ad ogni attacco USA o israeliano. Tramite una "sala operativa congiunta", tale teoria prevede l’attacco simultaneo contro obiettivi USA e israeliani in varie aree della regione.
Per saperne di più sulla teoria dell’unificazione dei fronti, potete leggere qui:
https://robertoiannuzzi.substack.com/i/138198992/unificazione-dei-fronti
I vertici militari israeliani, dal canto loro, ritengono di dover ristabilire la propria “deterrenza” a livello regionale, messa in discussione dall’attacco di Hamas. Ritengono di avere un’opportunità unica (appoggio USA e consenso interno) per un’operazione militare anche costosa in termini di perdite.
Gli ingredienti per una deflagrazione ci sono tutti. Questi giorni di attesa servono solo a finire di piazzare le forze in campo. Se nessuno tornerà sui propri passi, avremo la deflagrazione.
https://www.haaretz.com/israel-news/2023-10-22/ty-article/.premium/idf-gears-for-a-gradual-aggressive-gaza-invasion-and-a-split-israeli-leadership/0000018b-53d3-dc3c-a5df-dffbd1000000
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L’offensiva di terra israeliana non è ancora partita perché gli USA stanno smorzando lo slancio del governo Netanyahu. Ma non è per liberare altri ostaggi, come talvolta è stato scritto, bensì per dare il tempo agli USA di prepararsi a un’escalation iraniana nella regione.
https://www.axios.com/2023/10/23/biden-israel-gaza-middle-east-war-threat
Gli USA hanno bisogno di alcuni giorni per far convergere nella regione altre armi, ed in particolare sistemi di difesa aerea (Terminal High Altitude Area Defense – THAAD – e Patriot) per proteggere le basi americane in Siria, Iraq, e altrove.
https://www.axios.com/2023/10/22/israel-hamas-war-missiles-pentagon-austin
Gli USA ritengono inoltre che Israele si troverà in seria difficoltà in una guerra su 2 fronti (Gaza e Libano), e che un simile conflitto rischia di risucchiare Washington da un lato e l’Iran dall’altro.
Teheran ha avvertito che l’asse iraniano interverrà se il massacro a Gaza proseguirà, e soprattutto se ci sarà un’offensiva israeliana di terra. Ma invece di cercare un cessate il fuoco, gli USA si stanno assicurando che le proprie truppe “siano protette e abbiano la capacità di rispondere”.
Gli USA vogliono che l'offensiva israeliana prosegua, mentre loro dissuadono altri attori regionali dall’intervenire puntando loro "una pistola alla tempia". Ma è probabile che l’asse iraniano intervenga ugualmente, semplicemente perché sa che Hamas è solo il primo della lista.
Teheran e i suoi alleati hanno elaborato una teoria di “unificazione dei fronti” per rispondere ad ogni attacco USA o israeliano. Tramite una "sala operativa congiunta", tale teoria prevede l’attacco simultaneo contro obiettivi USA e israeliani in varie aree della regione.
Per saperne di più sulla teoria dell’unificazione dei fronti, potete leggere qui:
https://robertoiannuzzi.substack.com/i/138198992/unificazione-dei-fronti
I vertici militari israeliani, dal canto loro, ritengono di dover ristabilire la propria “deterrenza” a livello regionale, messa in discussione dall’attacco di Hamas. Ritengono di avere un’opportunità unica (appoggio USA e consenso interno) per un’operazione militare anche costosa in termini di perdite.
Gli ingredienti per una deflagrazione ci sono tutti. Questi giorni di attesa servono solo a finire di piazzare le forze in campo. Se nessuno tornerà sui propri passi, avremo la deflagrazione.
https://www.haaretz.com/israel-news/2023-10-22/ty-article/.premium/idf-gears-for-a-gradual-aggressive-gaza-invasion-and-a-split-israeli-leadership/0000018b-53d3-dc3c-a5df-dffbd1000000
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