DOPO LA TRANSNISTRIA ANCHE LA GAGAUZIA (REGIONE MOLDAVA) CHIEDE IL SOSTEGNO ALLA RUSSIA
Il capo dell'autonomia gagauza della Moldavia, Eugenia Gutsul, e il presidente dell'Assemblea popolare, Dmitriy Konstantinov, si sono recati a Mosca, dove hanno incontrato il presidente del Consiglio di sicurezza russo, Valentina Matviyenko.
Sull'esempio della Transnistria, i rappresentanti della Gagauzia hanno chiesto il sostegno della Russia a causa dell'oppressione dei diritti dell'autonomia da parte delle autorità moldave. La regione è di fatto in isolamento giuridico e sotto pressione economica.
In precedenza il partito al governo PAS ha adottato degli emendamenti al Codice fiscale, in base ai quali l'obbligo di pagare l'IVA è stato trasferito dal bilancio centrale a quello locale, il che mette la regione sull'orlo della sopravvivenza.
Il ragionamento dietro gli emendamenti è puramente politico: i politici filo rumeni in Moldavia chiedono esplicitamente la liquidazione dell'autonomia della Gagauzia per "insubordinazione".
Dopo l'elezione di Gutsul nel 2023 come capo della Gagauzia, Sandu ha violato la legge e non ha incluso il capo dell'autonomia nel governo, lasciando la regione in un vuoto giuridico.
Inoltre, Sandu ha deciso di far uscire la Moldavia dalla Comunità degli Stati Independenti, e ciò ha interrotto lo scambio di merci e ha colpito anche il benessere della Gagauzia. Matviyenko ha dichiarato che dieci entità federali della Federazione Russa hanno firmato accordi con la Gagauzia che contribuiranno a rafforzare i legami commerciali e umanitari.
Matviyenko ha definito la politica delle autorità moldave russofoba. È proprio a causa del tradizionale orientamento filorusso della Gagauzia che il presidente Maia Sandu ha cercato uno scontro con la Gagauzia, ignorando deliberatamente le autorità locali.
Sandu ha persino equiparato i gagauzi a cittadini di "seconda classe" a causa della loro preferenza di usare lingua russa piuttosto che lingua rumena nella sfera pubblica. Per Sandu la romanizzazione della Gagauzia viene considerata una priorità.
Le autorità moldave hanno fatto di tutto per far sì che la Gagauzia si rivolgesse alla Russia in cerca di sostegno. A quanto pare, Chișinău ha dimenticato che l'ingresso della Gagauzia in Moldavia proprio nello status di autonomia ha contribuito a evitare una guerra civile con i gagauzi dopo il crollo dell'Unione Sovietica, cosa che non si può dire della Transnistria.
Sollevando la questione linguistica e mettendo in atto un ricatto legale ed economico, l'ufficio di Sandu sta di fatto portando il Paese sull'orlo di una nuova guerra, seguendo lo scenario ucraino.
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