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venerdì 3 febbraio 2012

L’INTERVENTO DI SIMONE SANSONI (COBAR PIEMONTE) CON UN APPELLO AI VERTICI GDF: SE LA NAVE AFFONDA NESSUNO SI SALVA, NON ASPETTIAMO DI SUBIRE LE INNOVAZIONI MA ANTICIPIAMOLE DALL'INTERNO

L’INTERVENTO DI SIMONE SANSONI (COBAR PIEMONTE) CON UN APPELLO AI VERTICI GDF: SE LA NAVE AFFONDA NESSUNO SI SALVA, NON ASPETTIAMO DI SUBIRE LE INNOVAZIONI MA ANTICIPIAMOLE DALL'INTERNO



ASSISE DEL 25/26 OTTOBRE 2011

DELLA RAPRESENTANZA MILITARE DELLA GUARDIA DI FINANZA
 


Buongiorno, sono il Maresciallo Sansoni del Cobar Piemonte.

Inizio leggendovi un’agenzia dell’ANSA “Guardia di Finanza: Cocer punta a sindacato. Gli organismi che rappresentano il personale della Guardia di Finanza ritengono che lo strumento della ''rappresentanza militare'' sia ''inadeguato'' e che per tutelare gli interessi degli appartenenti alla Gdf ''l' unico strumento idoneo e capace'' sia il sindacato. E' quanto e' emerso da un incontro, conclusosi oggi, tra 91 delegati di Cocer, Coir e Cobar in rappresentanza di oltre 66.000 appartenenti alla Guardia di Finanza.”
Si tratta di un’ANSA del 9 giugno 1999 e siamo ancora dopo 12 anni a riprendere sempre le stessa tematiche.

Quando abbiamo fatto nel 2008 la riunione plenaria pensavo che fosse assodata la richiesta decisa allora: organismo esterno ed autonomo. Poi si poteva riempire di contenuti; vedo invece che di nuovo qui si riprende la discussione sulla rappresentanza, la riforma della rappresentanza, la proposta Raisi...

A proposito, proposta rispettabilissima, con aspetti molto interessanti; però faccio presente che proviene da una forza politica che secondo i sondaggi attualmente si attesta al 3,5%, è di un solo deputato, nemmeno il capogruppo, e sono ormai a fine legislatura, per giunto è stata presentata alla Camera mentre la riforma è all’esame del Senato.

Ha comunque degli aspetti veramente interessanti, ma in questa fase non dovremmo dirlo noi ma altri per venire incontro alle nostre richieste.

Vado a tal proposito a fare alcune riflessioni sull’intervento di ieri del Comandante Generale che mi ha molto interessato.

Mi sono convinto che noi abbiamo sbagliato strategia poiché i veri interlocutori non sono i politici, che per quanto riguarda gli affari militari demandano solitamente: finché non ci sono grossi casini, si fidano degli stati maggiori e, quindi, se tutto pare funzionare e c’è un’immagine di efficienza, non intervengo su meccanismi ormai rodati.

Il nostro vero interlocutore quindi è lo Stato maggiore e di ciò mi sono convinto quando l’anno scorso, in 90 giorni, hanno fatto la riforma per la nomina del Comandante Generale interno al Corpo; in 90 giorni, bipartisan, con procedura d’urgenza in Commissione deliberante.

Ecco, non pretendo certo che il Comandante Generale venga a dirci che ci concede il sindacato, ma almeno qualche apertura concreta...

Stamane sentivo da alcuni che il Gen. D’Arrigo era stato molto più chiuso. E’ vero, ma almeno così conosco l’avversario, conosco la sua posizione: ”NO, non concedo nulla”.
Va bene…aspetteremo un comandante che arriva dal Corpo, che conosce le nostre esigenze, che forse avrà un occhio di riguardo per la rappresentanza della Guardia di Finanza che ha rappresentato anch’egli per tanti anni.

D’altra parte l’ha detto anche lui che esiste un problema, non lo diciamo solo noi rappresentanti che serve una riforma; ha aggiunto “Che fare?”...mi ha ricordato Lenin in quel passaggio.

Ma qual’è la posizione del nostro Stato Maggiore? E’ ancora quella di D’Arrigo? Siamo rimasti agli atti depositati allora alla Camera dallo Stato Maggiore della gdf: no su tutta la linea, anzi si restringano gli spazi previsti dalle proposte presentate. E’ ancora quella la posizione?

Dobbiamo quindi prendere atto che il documento di L’Aquila non ha sortito effetti: che fare?

Quando è iniziata questa assise pensavo che non si sarebbero più discusso sul contenuto ma sulle strategie, come ha sottolineato prima Salvatore Trinx.

Se continuiamo ad incartarci sui contenuti, sulla rieleggibilità o meno, sui dettagli, ci ritroveremo tra 12 anni a leggere l’ennesimo comunicato stampa della rappresentanza militare della gdf che chiede il sindacato, bla, bla...

Bisogna passare dalle parole ai fatti, altrimenti facciamo solo chiacchiere.

Perciò io apprezzo molto il tentativo coraggioso che ha proposto Francesco Solinas stamane, anzi chiedo di avere la tessera numero tre del suo sindacato, infatti mi pare che finora siamo solo in tre...dovremmo essere tutti quanto se è vero che vogliamo un organismo esterno ed autonomo. Lui lo vuol fare, perchè non aderiamo? Abbiamo paura, di cosa? Siamo 100, 200, che ci accade, saremo fucilati?

Faccio infine un appello allo Stato Maggiore perchè valorizzi la responsabilità di questi delegati che avrebbero potuto sfruttare questa occasione per rimarcare i gravi problemi attuali che coinvolgono il Corpo ai livelli più alti, come ha coraggiosamente tentato di rimarcare il Cobar Veneto.

Non è stato fatto, ritengo principalmente per senso di responsabilità , perchè siamo tutti sulla stessa barca e probabilmente non è utile in questo momento delegittimare i nostri vertici.

Tra l’altro, tra qualche mese dovranno essere avvicendati e ci sono forze esterne pronte a riprendersi il ruolo di Comandante Generale, c’è l’Esercito pronto a piazzare i suoi, vi sono politici che affermano che tutto va bene così, basta solo cambiare il vertice e tutto si risolve.

Sostanzialmente se vogliamo il cambiamento non è per fare le rivoluzioni ma perchè vogliamo il bene di questa Amministrazione; infatti le rivoluzioni sono di due tipi: quelle che si subiscono dall’esterno e quelle che si indirizzano dall’interno.

Quando si dovrà rendere conto della nostra efficienza e funzionamento, e questo accadrà sicuramente, non si creda che ci salveremo tutti se non avremo adeguati strumenti di tutela. Si salveranno solo i viaggiatori di prima classe come nel naufragio del Titanic, mentre quelli di seconda finiranno in acqua e quelli di terza resteranno chiusi nella nave che affonda.

Quindi prepariamoci per tempo, a tutti i livelli.

Concludo con un accenno alla proroga: ringrazio il Presidente del Cocer, il Generale Minervini, per le parole chiarissime dette ieri a nome del Cocer, ossia che non intendono il 30 aprile 2012 accettare ulteriori proroghe. Chiedo che tale posizione venga formalizzato da questa assise.
Infine, poiché ritengo che per l’appunto il documento di L’Aquila non ha conseguito risultati, non resta che deliberare la richiesta di smilitarizzazione del Corpo.

E’ una richiesta che paventai allora, ma che venne retrocessa per raggiungere l’unitarietà , ma ciò non è servito a nulla; quindi, a questo punto, non resta che riproporla, vedremo chi l’appoggia.

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