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Salute, montagna d'estate è ok anche per chi ha avuto ictus
Salute, montagna d'estate è ok anche per chi ha avuto ictus Ma con cautele. I consigli di alice Italia Onlus
Roma, 18 lug. (askanews) - La montagna è una meta molto ambita
per la villeggiatura anche in estate perché consente di scappare
dal caldo della città e dall'affollamento delle spiagge.
Intraprendere viaggi lunghi e faticosi per raggiungere una
località montuosa, spesso lontana dal luogo in cui si vive è però
assolutamente sconsigliato per coloro che sono stati colpiti da
ictus cerebrale, soprattutto se sono trascorse soltanto quattro o
cinque settimane dall'evento acuto. Il consiglio è di rimanere
nelle vicinanze, in un luogo che si possa facilmente raggiungere
senza stress. Inoltre, già prima della partenza, si suggerisce di
verificare la presenza, nel luogo di destinazione, di un pronto
soccorso. Ovviamente è consigliabile portare con sé le medicine
in quantità sufficiente e, per chi deve seguire un trattamento
anticoagulante orale, anche l'ultimo schema di terapia prescritto.
Bisogna però porre molta attenzione ed essere ben informati sui
possibili rischi che si possono correre, che A.L.I.Ce. Italia
Onlus, l'Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale, vuole
ricordare a tutti coloro che vogliono fare una gita in montagna,
in sicurezza e tranquillità:
Riduzione di ossigeno dell'aria inspirata: è noto che più si
sale in quota, più si riduce l'ossigeno nell'aria. A 3000 metri
manca già il 30% di ossigeno, un'altitudine questa che risulta a
rischio per gli anziani, spesso affetti da malattie croniche come
ipertensione arteriosa, diabete mellito, pregresso ictus o
infarto del miocardio in trattamento farmacologico.
Freddo: gli anziani sono più sensibili al freddo e sono a
rischio di ipotermia. Anche d'estate in montagna è possibile
imbattersi in fenomeni atmosferici improvvisi con rapido
abbassamento della temperatura anche di dieci e più gradi; è
dunque utile equipaggiarsi in modo corretto prima delle gite.
Disidratazione: i cambiamenti climatici stanno determinando
temperature molte elevate anche a quote prossime ai 3000 m. È
quindi necessario approvvigionarsi del giusto quantitativo di
acqua per la gita che si vuol fare e valutare bene i punti di
rifornimento, fontanelle, rifugi o altro, presenti sul percorso.
Una corretta idratazione è necessaria per mantenere l'equilibrio
dinamico tra l'apporto e la perdita di acqua, soprattutto durante
l'esposizione ai forti raggi del sole di montagna, in mancanza
del quale può presentarsi un importante rischio per la Salute,
tale da condurre anche ad insolazioni o, nel peggiore dei casi, a
colpi di calore.
L'acqua, bevuta a piccoli sorsi ad intervalli frequenti senza
aspettare di avere sete, è ciò di cui il nostro organismo
necessita per mantenere un buono stato di Salute, elemento
insostituibile nei processi vitali di idratazione e
termoregolazione.
(Segue)
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Salute, montagna d'estate è ok anche per chi ha avuto ictus -2-
Salute, montagna d'estate è ok anche per chi ha avuto ictus -2-
Roma, 18 lug. (askanews) - "La disidratazione rappresenta
sicuramente uno dei pericoli maggiori in montagna - dichiara il
Dottor Guido Giardini, Direttore SC di Neurologia e Stroke Unit e
Responsabile del Centro di Medicina e Neurologia di Montagna
dell'Ospedale Regionale "U. Parini" - USL della Valle d'Aosta -
il sangue, infatti, diventa più spesso e, quindi, fatica a
circolare nei piccoli vasi sanguigni del cervello e del cuore. Se
a questo si aggiunge la carenza di ossigeno, ecco che aumenta il
rischio per coloro che sono già stati colpiti da ictus o che
presentano fattori di rischio cardio-cerebrovascolari. Nel dubbio
è opportuno rivolgersi a specialisti con esperienza in medicina
della montagna per avere consigli adeguati sui comportamenti da
adottare o sulle terapie corrette da assumere".
Salendo in quota, dunque, la pressione atmosferica diminuisce e,
con essa, l'ossigeno a disposizione del nostro organismo. Se
esistono gravi ostruzioni coronariche c'è il rischio che le
richieste di maggior apporto di ossigeno non possano essere
soddisfatte. Per questo è importante che, anche in presenza di
una malattia coronarica, questa non sia così grave da
compromettere un maggior apporto di sangue al cuore come durante
lo sforzo. Sulla base di quanto riportato in letteratura, si può
affermare che i pazienti con malattia coronarica, che a livello
del mare non presentano sintomi, abbiano una buona capacità
lavorativa, una normale frequenza cardiaca e pressione arteriosa
durante la prova da sforzo, possono soggiornare in montagna e
praticare, nella stagione estiva, l'escursionismo fino ad
altitudini che raggiungono, ma non superano i 3000 metri. Saremo
sempre e solo noi a prendere le giuste precauzioni affinché ciò
avvenga con meno rischi possibili per la nostra Salute.
"L'ictus è un evento improvviso, inatteso e traumatico - afferma
la Dottoressa Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia
Onlus (Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale), ma
obiettivo della nostra Associazione è, tra gli altri, quello di
incoraggiare le persone colpite e i loro familiari a non
demoralizzarsi, affrontando con tenacia e coraggio anche la
delicata fase del post ictus. Perché grazie alle terapie
attualmente disponibili e dopo il necessario percorso di
riabilitazione, si può tornare a condurre una vita il più normale
possibile, senza dover necessariamente abbandonare le proprie
abitudini e passioni".
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