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venerdì 9 agosto 2019

= FACT-CHECKING = Sfiducia in Parlamento, unici precedenti con Prodi =

VENERDÌ 09 AGOSTO 2019 17.22.16


= FACT-CHECKING = Sfiducia in Parlamento, unici precedenti con Prodi =

(AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 9 ago. - La Lega ha ufficialmente formalizzato la crisi di governo, decidendo di presentare in Senato una mozione di sfiducia contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma quanti e quali governi sono caduti con una crisi parlamentare di questo tipo? In tutta la storia italiana si conta un solo precedente: quello di Prodi, caduto due volte a distanza di 10 anni ma su risoluzioni per approvare le comunicazioni del presidente del Consiglio. Non erano dunque mozioni di sfiducia vere e proprie. La prima volta e' avvenuta nel 1998, con la crisi tra Prodi e Rifondazione comunista; la seconda nel 2008, con le dimissioni di Mastella da ministro della Giustizia e il voto contrario di cinque senatori (4 centristi e 1 di sinistra). (AGI) Red/Car (Segue) 091721 AGO 19 NNNN
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= FACT-CHECKING = Sfiducia in Parlamento, unici precedenti con Prodi (2)=

(AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 9 ago. - CHE COS'E' IL VOTO DI SFIDUCIA Per formalizzare a tutti gli effetti la crisi di governo, esclusa l'ipotesi di dimissioni spontanee del presidente del Consiglio, serve un "voto di fiducia o sfiducia". Questo voto ha il suo fondamento nell'articolo 94 della Costituzione, che dice: "Il governo deve avere la fiducia delle due Camere", che puo' essere accordata o revocata "mediante mozione motivata e votata per appello nominale". A inizio legislatura il governo Conte ha ottenuto la fiducia dal Senato il 5 giugno 2018, e dalla Camera il giorno dopo. La Costituzione non aggiunge altro, ma come stabiliscono i regolamenti parlamentari (articolo 116 per la Camera e articolo 161 del Senato) il voto di fiducia si puo' porre anche su provvedimenti ritenuti importanti dall'esecutivo (come fatto di recente ad esempio per il "decreto sicurezza bis"), oppure per "verificare" di fatto se, durante eventuali crisi politiche, esista ancora una maggioranza parlamentare che sostiene il governo. Sono poi possibili mozioni di sfiducia a singoli ministri o all'intero governo, presentate da partiti dell'opposizione o anche della maggioranza. Se la fiducia all'esecutivo non viene rinnovata, il premier sale al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica, che a quel punto puo' verificare con uno o piu' giri di consultazioni se esistono o meno maggioranze alternative in Parlamento e, eventualmente, sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. (AGI) Red/Car (Segue) 091721 AGO 19 NNNN
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= FACT-CHECKING = Sfiducia in Parlamento, unici precedenti con Prodi (3)=

(AGI/PAGELLA POLITICA) - Roma, 9 ago. - QUALI SONO I PRECEDENTI In Italia solo un presidente del Consiglio ha lasciato Palazzo Chigi dopo aver perso la fiducia con un voto del Parlamento: Romano Prodi, in due legislature diverse e a dieci anni di distanza. Nella storia della Repubblica italiana, tutte le altre crisi di governo sono state di tipo "extra-parlamentare", ossia sono nate da questioni politiche interne ai partiti della maggioranza, e non da un voto di sfiducia. In ogni caso, entrambi i governi Prodi sono caduti a causa di voti di fiducia persi su singole risoluzioni, mentre nel caso del governo Conte si parla di una vera e propria mozione di sfiducia, presentata oltretutto da un partito che fa parte della maggioranza. PRODI E RIFONDAZIONE COMUNISTA Come spiega un approfondimento della Camera dei deputati, a fine settembre 1998 l'allora governo Prodi doveva esaminare i provvedimenti relativi alla manovra finanziaria valida per l'anno successivo. Il 4 ottobre 1998, il Comitato politico nazionale del Partito della Rifondazione comunista (Prc) - con a capo Fausto Bertinotti - espresse "un giudizio negativo sulla finanziaria" e diede "mandato ai gruppi parlamentari per un voto contrario e per il ritiro della fiducia al Governo". Il 6 ottobre, i gruppi parlamentari di Rifondazione - con i capogruppo alla Camera Oliviero Diliberto e Luigi Marino al Senato - approvarono un ordine del giorno con il quale si criticava la linea del partito, prendendo comunque atto del mandato ricevuto di votare contro la finanziaria e di ritirare la fiducia a Prodi. Nello stesso giorno, pero', alcuni parlamentari del Prc vicini ad Armando Cossutta annunciarono che avrebbero sostenuto lo stesso l'esecutivo. L'8 ottobre, dopo che Diliberto annuncio' il sostegno a Prodi da parte della maggioranza del suo gruppo parlamentare, l'allora presidente del Consiglio si presento' alla Camera per esporre alcune comunicazioni del governo. Prodi decise di porre la fiducia sulla risoluzione presentata per approvare queste comunicazioni, decidendo cosi' di verificare i numeri della maggioranza in Parlamento. La risoluzione, tra gli altri, era stata firmata anche da Sergio Mattarella, all'epoca presidente del gruppo parlamentare dei Popolari e Democratici. Il 9 ottobre, dopo votazione per appello nominale (312 si' contro 313 no), Prodi annuncio': "nel prendere atto della votazione della Camera con la quale non e' stata confermata la fiducia al Governo, comunico che mi rechero' immediatamente dal Capo dello Stato per rassegnare le dimissioni". (AGI) Red/Car (Segue) 091721 AGO 19 NNNN   

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