MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE 2019 08.04.35
NEWS SANITA'. Scompenso cardiaco, con Dapagliflozin ridotta incidenza morte
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NEWS SANITA'. Scompenso cardiaco, con Dapagliflozin ridotta incidenza morte
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 11 set. -
AstraZeneca ha annunciato i risultati dettagliati dello studio di
fase III DAPA-HF che ha mostrato come dapagliflozin, in aggiunta
allo standard di cura, abbia ridotto sia l'incidenza di morte per
causa cardiovascolare che il peggioramento dello scompenso
cardiaco. DAPA-HF e' il primo studio clinico sugli esiti di
scompenso cardiaco condotto con un inibitore SGLT2 per valutare
il trattamento dello scompenso cardiaco in pazienti con ridotta
frazione di eiezione (HFrEF), con e senza diabete di tipo 2
(DMT2). Dapagliflozin e' attualmente approvato nel trattamento di
pazienti affetti da diabete di tipo 2. I dati sono stati
presentati al Congresso ESC in corso a Parigi e confermano i dati
dei risultati top-line annunciati lo scorso agosto 2019, che
hanno mostrato che DAPA-HF abbia raggiunto l'endpoint primario.
I risultati dettagliati dello studio hanno mostrato che
dapagliflozin in aggiunta allo standard di cura ha ridotto
significativamente del 26% (p<0.0001) il rischio di endpoint
composito primario determinato da morte per causa cardiovascolare
(CV) o peggioramento dello scompenso cardiaco (definito come
ricovero ospedaliero o necessita' di una visita urgente) rispetto
al placebo. I risultati hanno inoltre dimostrato una riduzione in
ognuno dei singoli componenti dell'endpoint composito.
Il Prof. Michele Senni, Direttore del dipartimento
cardiovascolare dell'Unita' Complessa di Cardiologia I,
all'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha commentato: "Lo
scompenso cardiaco comporta il decesso della meta' dei pazienti
entro 5 anni dalla diagnosi e resta la prima causa di ricovero
dopo il parto naturale. I risultati dello studio DAPA-HF
rappresentano una svolta epocale nel trattamento dei pazienti che
soffrono di questa patologia, con e senza diabete di tipo 2:
dapagliflozin diventa infatti il primo farmaco di questa nuova
classe a dimostrarsi efficace nel migliorare la prognosi, la
qualita' di vita del paziente. Anche l'ottimo profilo di
sicurezza conferma come questa molecola possa diventare lo
standard di cura per quei pazienti affetti da scompenso cardiaco
con funzione sistolica ridotta."
Nell'analizzare separatamente ognuno dei componenti
dell'endpoint composito primario e' stata raggiunta una riduzione
significativa del 30% (p<0.0001) del rischio di manifestazione di
un primo episodio di peggioramento dello scompenso cardiaco e una
riduzione del 18% (p<0.0001) del rischio di decesso per cause
cardiovascolari. L'effetto di dapagliflozin sull'endpoint
composito primario si e' dimostrato coerente in tutti i
sottogruppi chiave esaminati. Inoltre, i risultati dello studio
hanno mostrato un significativo miglioramento degli outcomes
riportati dai pazienti misurati attraverso il punteggio della
sintomatologia del Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire e una
riduzione nominalmente significativa della mortalita' per tutte
le cause del 17% (7.9 pazienti con evento contro 9.5 per 100
pazienti-anno) a favore di dapagliflozin.
Lo studio clinico DAPA-HF ha confermato il gia' noto profilo
di sicurezza di dapagliflozin. La percentuale di pazienti con
ipovolemia (7.5% vs 6.8%) e eventi renali avversi (6.5% vs 7.2%),
solitamente motivi di preoccupazione nel trattamento dello
scompenso cardiaco, e' risultata paragonabile al trattamento con
placebo. Eventi di ipoglicemia maggiori (0.2% vs 0.2%) sono stati
rari in entrambi i gruppi di trattamento.
Dapagliflozin e' stato anche analizzato in pazienti affetti da
scompenso cardiaco con frazione di eiezione preservata (HFpEF)
negli studi clinici DELIVER e DETERMINE (HFrEF e HFpEF).
(Red/ Dire)
08:03 11-09-19
NNNN
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