Translate

mercoledì 9 ottobre 2019

Hanno riammazzato Falcone e Borsellino - Italia-'ndrangheta in Europa: la Cedu fa vincere il boss Viola

 

Il Fatto Quotidiano di mercoledì 9 ottobre 2019, pagina 2

Hanno riammazzato Falcone e Borsellino - Italia-'ndrangheta in Europa: la Cedu fa vincere il boss Viola


di Barbacetto Gianni

MMIE CONTRO L'E FALCON!y E BORSELLINO GIUDICI DI STRAS3URGO I\TIMA\O ALLITALIA DI DARE PERMESSI E 3E\ EPICI AGLI ERGASTOLA\I BARBACETTO E MASCALI A PAG.2 - 3 Italia-'ndrangheta in Europa:
la Cedu fa vincere il boss Viola Gli effetti II verdetto non è vincolante, ma lo sarà quello della Consulta previsto il 22 ottobre » GIANNI BARBACETTO 3 Italia sconfitta a Strasburgo. La Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) ha respinto il suo ricorso. Ora la parola passa a Roma, alla Corte costituzionale. Ieri cinque giudici della Grand Chambre di Strasburgo hanno ritenuto non ammissibile il ricorso italiano contro la sentenza Cedu sul cosiddetto ergastolo ostativo del 13 giugno 2019. L'ergastolo ostativo è il carcere a vita senza sconti di pena né benefici (lavoro fuori dal carcere, permessi premio, misure alternative alla detenzione), applicato in Italia per reati gravissimi, come l'associazione mafiosa o il terrorismo, quando il condannato non collabori con la giustizia.
È regolato dall'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario, contro cui ha fatto ricorso un detenuto italiano, Marcello Viola (condannato per omicidi plurimi, occultamento di cadavere, sequestro di persona e detenzione di armi) a cui erano stati rifiutati due permessi premio e la libertà condizionale. 1113 giugno 2019 la Corte europea gli ha dato ragione, stabilendo che l'articolo 4 bis viola l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, quello che vieta la tortura e le punizioni inumane e degradanti.
ORA CHE I CINQUE giudici europei hanno detto no alla richiesta d'appello del governo, la sentenza "Viola contro Italia" diventa definitiva. Che cosa cambia? Le decisioni della Cedu non hanno effetto vincolante, ma dovrebbero spingere i 47 Paesi membri del Consiglio d'Europa ad adeguare le legislazioni nazionali alle sentenze della Corte. L'Italia dovrebbe dunque riformare l'ordinamento penitenziario, cancellando l'articolo 4 bis e non subordinando più i benefici carcerari alla collaborazione con la giustizia. La sentenza non impone però alcun obbligo arisarcire i condannati chelochiedano,perché i giudici europei il 13 giugno non hanno liqu fidato il danno a Viola, ma gli hanno solo riconosciuto un rimborso di 6 mila euro per le spese. Vincolante sarà invece la sentenza della Corte costituzionale italiana, che tra due settimane, il 22 ottobre, si pronuncerà sul caso di Sebastiano Cannizzaro, condannato per associazione mafiosa. Deciderà se è incostituzionale la carcerazione che esclude i permessi premio. In realtà, l'istituto dell'er *** gastolo ostativo è già stato più volte ritenuto conforme ai principi costituzionali di ragionevolezza e di tendenziale finalità rieducativa della pena: perché solo la scelta di collaborare dimostra la dissociazione del condannato dal contesto mafioso, mentre la determinazione a non collaborare dimostra la persistenza del legame criminale. Chi collabora può uscire dall'ergastolo ostativo. E lo supera anche chi non può più collaborare perché ha avuto una "limitata partecipazione al fatto criminoso" o perché non può più aggiungere nulla di nuovo a quanto già scoperto dalla giustizia. Per questo molte voci autorevoli dell'antimafia, da Nino Di Matteo aSebastianoArdita, da Gian Carlo Caselli a Luca Tescaroli, da Federico Cafiero De Raho a Pietro Grasso, hanno difeso il sistema antimafia STRASBURGO vigente, nato dalle intuizioni di Giovanni Falcone, sostenendo che è sperimentato ed efficace e che garantisce il percorso rieducativo del condannato, perché fa cessare il blocco dei benefici carcerari quando il condannato, collaborando, dimostri di aver rotto il legame con l'organizzazione criminale a cui apparteneva. Ora la sentenza Viola ritiene inammissibile che la sola mancanza di collaborazione possa dimostrare che il condannato non abbia reciso i legami mafiosi, perché quella scelta potrebbe essere dettata anche dalla paura di mettere a rischio la propria vita e quella dei propri congiunti.......






Il Fatto Quotidiano di mercoledì 9 ottobre 2019, pagina 3

Intervista a Nicola Gratteri - Cancellati 150 anni di antimafia, i boss esultano - "Buttiamo 150 anni di antimafia. Così non parla nessuno"


di Travaglio Marco


II procuratore di Catanzaro che indaga sulla'ndrangheta "Cancellati 150 anni di antimafia, i boss esultano" A PAG. 3 "Buttiamo 150 anni di antimafia. Così non parla nessuno" L'INTERVISTA Nicola Gratteri procuratore capo » MARCO TRAVAGLIO Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, entra ed esce dal carcere per una serie di interrogatori di 'ndrangheta. "Ho appena saputo della sentenza sull'ergastolo. In ambito europeo l'Italia conta pochissimo, anche piano normativo, e ogni tentativo di omologare i Codici produce accordi o verdetti al ribasso. Nel resto d'Europa le nostre mafie vendono coca e comprano tutto ciò che è in vendita, di solito senza sparare, così nessuno avverte pericolo. E le istituzioni europee, molto attente al piano bancario e monetario, politicamente e giudiziariamente non esistono. E noi quali codici antimafia dovremmo applicare? Quelli della Lettonia o della Scandinavia?". I giudici di Strasburgo invitano l'Italia a modificarel'ergastoloostativo per concedere benefici penitenziari ai condannati irriducibili. I mafiosi tireranno un bel sospiro di sollievo. É passata l'idea che puoi commettere qualunque crimine, anche il più abietto, poi alla fine esci di galera. Un principio devastante che non possiamo permetterci di accettare: cancellerebbe 150 anni di legislazione antimafia. Per motivi culturali, ma anche pratici, viste le conseguenze che avrebbe non solo in Italia. Ma in tutta Europa. Ce le illustra? Quello che questi giudici non capiscono è che un capomafia resta tale per tutta la vita. Anche se è detenuto da dece nni, anche se è vecchio e malato, anche se è paralizzato in sedia a rotelle, continuaacomandareea dare ordini muovendo gli occhi. Tanto, mica deve fare le gare di sollevamento pesi. La sua unica forza è l'omertà. L'importante, per i mafiosi, èchenonabbiamai detto una parola. Il solo fatto di non aver mai parlato gli vale il rispetto e la perpetuazione del potere nella sua organizzazione. E l'ergastolo ostativo? Unito all'isolamento del 41-bis, èlagaranziache ilboss non uscirà mai e non potrà esercitare il potere. Dunque rimane un capomafia "in sonno", come i massoni. Se cade questa barriera, crolla tutta la lotta alla mafia. Basta la prospettiva di uscire un giorno o l'altro, anche fra 10 o 15 anni, perchè un boss torni a essere un capo a tutti gli effetti...........................

Nessun commento: