Malgrado Giorgia Meloni, il vento caldo soffia ancora.
A confronto delle centinaia di risposte che mediamente i miei singoli Post ricevono su Facebook, In soli due giorni il documento postato il 19 u. s. in soli due giorni ha ricevuto 683 consensi e 22 commenti, di cui soli 4 con dissenso; ritengo quindi doveroso ringraziare pubblicamente tutti quegli amici e compagni che hanno ben compreso l’importanza di quanto è in giuoco per difendersi dalle tendenze autoritarie,
Il documento del 19 ha per oggetto la querela presentata da Giorgia Meloni contro il Prof. Luciano Canfora; d’una parte denuncia l’ennesimo ricorso della capa al metodo “diverso uguale a nemico“, in questo caso un uomo dall’alta cultura che sappiamo incompatibile con l’essere strutturale dell’attuale Presidente del Consiglio, quindi da distruggere intellettualmente, fisicamente e anche economicamente, (in via di principio, la querela è uno strumento inventato negli Usa per monetizzare anche il pensiero e la dignità umana.
D’altra parte la nota scritta è una modesta motivazione sul perché della querela, fatta fuori dal cerchio magico dei soliti noti protagonisti del conformismo mediatico, da Marcuse definito il cerchio degli “è più importante apparire che essere“; classisticamente interpretato; “quel che conta è il potere; dell’economia e della politica da indurre alla corruzione; di dominare le incoscienze ma anche possibilmente le coscienze“.
Quale coerenza al metodo da regime del distruggere gli avversari, la Rai ha dichiarato guerra ad un altro intellettuale; lo scrittore premio Strega Antonio Scurati, annullando un suo monologo sul 25 Aprile precedentemente concordato recitante nel finale; “Finché la parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.
Ottenuto il risultato che voleva, quello di non far vedere e sentire Antonio Scurati con il suo monologo al vasto pubblico della Rai, Giorgia Meloni ha recitato la solita sceneggiata “finta anti censura“; primo postando il monologo sul suo social ad uso e consumo dei suoi fedeli; secondo evitando così ancora una volta di pronunciare direttamente la fatidica parola “antifascismo“.
Pur ben conoscendo le alte autonome capacità intellettuali a difendersi in sede giudiziaria del Professore Canfora contro l’ingiusta querela; è sperabile che gli approfondimenti sul caso possono essere utili; ma che innanzitutto l’umana e civile solidarietà espressa da tanta gente sia un contributo per l’affermarsi della ragione e della saggezza.
Enrico Corti
21 aprile 2024
Sono vietati la riproduzione e l'uso di questo e-mail in mancanza di autorizzazione del destinatario. Se avete ricevuto questo e-mail per errore, vogliate cortesemente contattarci immediatamente per e-mail.
Nessun commento:
Posta un commento