ATTO SENATO
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01467
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19Seduta di annuncio: 242 del 19/11/2024
Firmatari
Primo firmatario: GIORGIS ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 19/11/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ROSSOMANDO ANNA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 BAZOLI ALFREDO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 MIRABELLI FRANCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 MISIANI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 RANDO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 ZAMBITO YLENIA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 ROJC TATIANA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 NICITA ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 SENSI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 FURLAN ANNAMARIA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 FINA MICHELE PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024 VERDUCCI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 19/11/2024
Destinatari
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/11/2024
Stato iter:
IN CORSOInterrogazione a risposta orale 3-01467
martedì 19 novembre 2024, seduta n.242
GIORGIS, ROSSOMANDO, BAZOLI, MIRABELLI, VERINI, MISIANI, RANDO, ZAMBITO, ROJC, MARTELLA, NICITA, SENSI, FURLAN, FINA, VERDUCCI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
come riportato da diversi organi di stampa, le indagini condotte dal Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria su mandato della Procura di Cuneo avrebbero portato alla luce un quadro di sevizie e abusi sistematici perpetrati da diversi agenti della Casa circondariale di Cuneo ai danni di numerosi detenuti;
le ricostruzioni degli inquirenti, formulate sulla base di consulenze medico-legali, filmati delle videocamere di sorveglianza e decine di pagine di intercettazioni telefoniche risalenti all'estate del 2023, evidenzierebbero la vigenza, all'interno dell'istituto penitenziario, di un vero e proprio regime del terrore caratterizzato da "condotte crudeli, brutali e degradanti per le vittime";
nelle intercettazioni acquisite nell'ambito dell'inchiesta, come si legge in articoli di stampa, gli agenti alludevano alla necessità di "addestrare" e "addomesticare" i nuovi giunti attraverso il ricorso a pestaggi e violenze fisiche di un'efferatezza tale da prefigurare il reato di tortura. Sarebbe emblematico, in tal senso, il trattamento riservato a cinque detenuti pachistani che, nella notte tra il 20 e il 21 giugno 2023, sarebbero stati percossi, denudati e lasciati per ore in isolamento senza "acqua, cibo e coperte";
gli abusi e le vessazioni ai danni dei detenuti si sarebbero verificati con una frequenza tale da far guadagnare ad una cella dell'istituto penitenziario cuneese l'appellativo infausto di "cella della mattanza" o "cella degli indiani";
sulle azioni degli agenti di Polizia penitenziaria indagati per le presunte torture e lesioni, grava la netta valutazione del Tribunale del Riesame di Torino, secondo il quale la condotta degli imputati sarebbe "frutto non già di una situazione eccezionale ed episodica, ma conseguenza di una prassi fuorviante improntata alla violenza." In base a tali considerazioni, e in ragione del fatto che sussistesse "un concreto e reale rischio di reiterazione del reato", il tribunale ha disposto la sospensione dal servizio dei due indagati con le posizioni reputate più gravi;
gli agenti indagati, come riportano gli organi di stampa, non sarebbero incorsi in alcun provvedimento dell'amministrazione penitenziaria, e uno di essi sarebbe stato addirittura promosso, successivamente agli episodi di violenza, al grado di vice comandante della Polizia penitenziaria;
questi ultimi fatti di cronaca si inseriscono nel solco di una profonda e perdurante crisi del sistema carcerario del nostro Paese, che non accenna ad arrestarsi, così come gli episodi di violenza e il numero delle persone che si sono tolte la vita, giunto a ben 76 dall'inizio dell'anno;
il sovraffollamento, sempre più consistente, sommato alla carenza di personale (anche della Polizia penitenziaria) e alla inadeguatezza strutturale di molti istituti, rendono quasi impossibile garantire un'esecuzione della pena conforme ai precetti costituzionali e in grado di offrire ai detenuti un'opportunità di crescita e di reinserimento sociale;
e mentre i dati della popolazione carceraria, anche minorile, subiscono un'impennata a seguito delle politiche seguite dal Governo Meloni, incentrate tutte su un continuo aumento di pene e creazione di nuove fattispecie di reato, occorre evidenziare come invece le risorse, proprio in materia di carcere, subiscano un decremento sia per l'edilizia penitenziaria che le per attività trattamentali,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito;
se, e per quali ragioni, gli agenti indagati e quelli sottoposti a provvedimento d'interdizione dal servizio disposto dal GIP non sarebbero incorsi in alcun provvedimento dell'amministrazione penitenziaria, e uno di essi sarebbe stato addirittura promosso a vice comandante;
quali misure necessarie e urgenti intenda adottare il Ministro, in raccordo con il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, nelle more della conclusione dei procedimenti giudiziari in corso, anche al fine di tutelare l'onorabilità del corpo della Polizia penitenziaria e dei numerosi agenti di Polizia penitenziaria che svolgono il loro lavoro con dedizione e professionalità;
se non ritenga opportuno, allo scopo di arginare la proliferazione di episodi di violenza, prevedere l'installazione di sistemi di sorveglianza, capillari e funzionanti, in tutti gli istituti penitenziari presenti sul territorio nazionale;
se intenda rafforzare gli investimenti nei corsi di formazione permanente del personale della Polizia penitenziaria, al fine di trasferire conoscenze e procedure utili all'acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in ambito operativo.
(3-01467)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):formazione professionale
personale carcerario
reato
stabilimento penitenziario
formazione professionale continua
formazione sul posto di lavoro
reinserimento sociale
detenuto
esecuzione della pena
protezione delle comunicazioni
violenza
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