AIDS: PER TRENTENNI CHE SI INFETTANO OGGI STESSA ASPETTATIVA VITA PERSONE
SANE =
GIOVANNI DI PERRI, GESTIONE OTTIMALE TERAPIA E' LA
CHIAVE
Roma, 18 lug. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - "Un trentenne che
dovesse infettarsi oggi con
l'Hiv puo' contare sulla stessa
aspettativa di vita di una persona sana. La
chiave e' una terapia
ottimale, iniziata precocemente e seguita sempre". Lo
ha evidenziato
Giovanni Di Perri, direttore della Clinica di malattia
infettive
dell'universita' di Torino, protagonista oggi alla sessione
plenaria
della Conferenza internazionale sull'Aids Ias 2011, in corso a
Roma.
"Fino a qualche anno fa - dice Di Perri all'Adnkronos Salute -
quando si scopriva che un paziente era
sieropositivo, si tendeva a
rimandare l'inizio della cura antiretrovirale
piu' in la' possibile,
in funzione della mancanza di sintomi e dei possibili
effetti
collaterali generati dai farmaci. Oggi abbiamo finalmente i dati per
affermare che bisogna iniziare il trattamento il piu' precocemente
possibile, altrimenti i risultati sono peggiori e la spesa per i
medicinali aumenta. Tutti i prodotti che abbiamo a disposizione in
questo momento sono ugualmente efficaci se assunti regolarmente. Si
inizia con regimi piu' forti e poi, se si raggiungono determinati
obiettivi, si puo' consentire al paziente di prendere non piu' tre
pillole al giorno, ma due o anche una".
Sul fronte della prevenzione
"abbiamo oggi una varieta' di
opzioni - ricorda Di Perri - che vanno dalla
forma topica con il gel
vaginale antimicrobico, alla prevenzione orale con
gli stessi farmaci
che si usano per la terapia, alle opzioni vaccinali che,
nonostante
non siano quello 'scudo eterno' contro la malattia, cosa che la
parola
'vaccino' richiama nel nostro immaginario, si stanno dimostrando
promettenti".
(Bdc/Zn/Adnkronos)
18-LUG-11 13:43
AIDS: L'IMMUNOLOGO, CON MIX 'ARMI' ANTI-HIV PREVENZIONE PIU' EFFICACE
=
Roma, 18 lug. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - "Il numero di
nuove infezioni sta calando,
mentre quello delle persone che vivono
con Hiv e' stabile dal 2001. Per la
prevenzione del virus dell'Aids e'
giunto il momento di considerare una
combinazione di strategie,
biomediche e non, per rendere i risultati piu'
efficaci e tangibili".
Lo ha spiegato Robin Shattock, immunologo
dell'Imperial College di
Londra, oggi a Roma alla Conferenza internazionale
sull'Aids Ias 2011.
"Fra le strategie non biomediche - ha spiegato
l'esperto - ci
sono quelle orientate al cambiamento comportamentale e
all'intervento
nei diversi gruppi sociali per ridurre il rischio e la
vulnerabilita'
all'Hiv. Metodi applicati per quasi tre decenni, con successi
alterni.
Essi includono la diagnosi e il trattamento della infezioni
sessualmente trasmesse, l'educazione sull'Hiv e sulla conoscenza
dello
stato di sieropositivita', il marketing sociale sull'utilizzo del
condom, il cambiamento delle norme comportamentali, la prevenzione
della
trasmissione del virus in gravidanza e lo scambio di siringhe
infette, la
sicurezza delle trasfusioni, il controllo delle infezioni
ospedaliere e la
protezione legale delle persone sieropositive".
"Tuttavia - ha proseguito
Shattock - un certo numero di nuovi
strumenti biomedici ha dimostrato un
successo variabile nelle
sperimentazioni controllate randomizzate, fra cui
la circoncisione
maschile (37%), la somministrazione orale quotidiana di
farmaci come
profilassi prima dell'esposizione (Prep orale) da uomini
Hiv-negativi
che hanno rapporti sessuali con altri uomini (44%), l'utilizzo
di un
gel vaginale (39%), un regime 'prime boost' di vaccinazione per l'Hiv
(31%), il tempestivo e precoce utilizzo della terapia antiretrovirale
(T4P) in persone con Hiv, che ha dimostrato una riduzione del 96%
della
possibilita' di trasmissione eterosessuale a un partner non
sieropositivo.
Gli approcci che devono essere studiati ora includono
una valutazione della
circoncisione maschile combinata all'uso di gel
microbicidi nelle partner
femminili, il T4P per i partner infetti e la
Prep orale per i partner
Hiv-negativi".
(Bdc/Zn/Adnkronos)
18-LUG-11 13:44
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