Da
liberoquotidiano.it
BECHIS:
TREMA ANCHE PALAZZO CHIGI MARIO TAGLIA 1500 TESTE
Il
premier vuole cacciare un dipendente su tre, portando il totale a tremila. Il
premier ha scoperto che alcuni di loro erano già in
pensione
Questa
fra sabato 3 e domenica 4 marzo verrà ricordata come la notte più lunga di
Palazzo Chigi. I 4.438 dipendenti del palazzo simbolo del potere in Italia
stanno vivendo queste ore come probabilmente accadde alla popolazione di Baghdad
la celebre notte della prima guerra del Golfo, quando scud e bombe intelligenti
illuminarono a giorno il cielo. Il bombarolo in questa occasione però sarà in
giacca e cravatta e avrà un’aria mite e innocua da noioso nonno
metropolitano.
Eppure lui, Mario Monti, il nonno un po’ noioso, questa notte sembrerà a qualcuno un Attila, ad altri un Rambo (i riferimenti culturali a palazzo sono assai vari). Perché il premier è pronto a fare una strage a Palazzo Chigi. Scade infatti alla mezzanotte la proroga concessa dal presidente del Consiglio a capi dipartimento e dirigenti per scegliere chi potrà o meno fare parte ancora della squadra. Quando Monti si insediò firmò subito un dpcm per concedere a tutta la squadra di vertice della presidenza del Consiglio un periodo di tempo ragionevole per farsi conoscere dal loro nuovo datore di lavoro e mostrare le proprie capacità . Il suo decreto di proroga non è stato a dire il vero registrato dalla Corte dei Conti e potrebbe anche essere impugnato dai resistenti, perchè esisteva già la legge sullo spoil system che dava al governo 90 giorni di tempo per confermare o mandare a casa la struttura apicale della presidenza del Consiglio come di tutti gli al tri ministeri.
Spending
review Monti
però desiderava compiere una valutazione più profonda - e non limitata ai soli
capi di dipartimento - del personale di Palazzo Chigi, anche ai fini della
spending review avviata per tagliare i costi dello Stato. Nonostante lo scarso
tempo a disposizione e i numerosi impegni internazionali di questi primi cento e
più giorni di governo, il premier ha incontrato uno per uno ed esaminato come
faceva da professore in univer sità i vertici della presidenza del Consiglio.
Poi è sceso anche di livello, si è fatto portare le piante organiche, ha
valutato le posizioni, scoperto anche alcune questioni che lo hanno fatto
rabbrividire. Entro domenica sera Monti prenderà le sue decisioni, mandando a
casa molti dei dirigenti il cui mandato è fiduciario. Ma non si limiterà a
quello: forse già in consiglio dei ministri di lunedì, certo entro la fine
della prossima settimana, il premier presenterà un suo dpcm destinato a
ridisegnare profondamente la presidenza del Consiglio. La strage in corso parte
da queste considerazioni: ben sei capi di dipartimento hanno fatto andare su
tutte le furie Monti, perché nei faccia a faccia ha appreso che erano in
pensione da tempo senza avere abbandonato l’incarico, solo allo scopo di
cumulare i due emolumenti. Altri dipartimenti e dirigenti non sono nemmeno
riusciti a spiegare cosa facevano da mattino a sera, essendosi moltiplicati gli
incarichi a seconda dell a fantasia dei vari governi che si sono succeduti in
questi anni.
Intoppi
burocratici
- Certo verrà chiuso il dipartimento per l’attuazione del programma, che oggi è
guidato da un superdirigente e da tre direttori generali, pur non essendoci più
ministero e a dire il vero nemmeno programma di governo. Verranno unificate
strutture che guidano i contenuti internet e quelle che sovrintendono alla rete,
perché la duplicazione non ha alcun senso, moltiplica gli intoppi burocratici e
fa lievitare i dirig enti (per fare una modifica anche banale a un sito Internet
bisogna passare prima da chi dirige i contenuti e poi da chi dirige la rete).
Altri dipartimenti verranno chiusi e accorpati. Ne nascerà anche uno nuovo: una
sorta di struttura di missione sulla spending review che dovrà sovrintendere a
tutti gli altri ministeri, depotenziando così sensibilmente i superpoteri fino
ad oggi detenuti di fatto dal ministero dell’Economia.
La
pianta organica Molte
delle novità che daranno il vero senso della strage di Rambo-Monti saranno però
contenute nel dpcm di riordino della presidenza del Consiglio. La pianta
organica attuale di palazzo Chigi registra 4.438 dipendenti effettivamente in
carico: 517 di questi sono dirigenti e 3.921 funzionari e dipendenti con varie
qualifiche. Ma poco più della metà di questo esercito appartiene effettivamente
ai ruoli della presidenza de l Consiglio: 2.455 persone. Altri 1.625 sono
personale di altre amministrazioni distaccato alla presidenza. Infine 358 sono
personale a contratto di provenienza esterna alla pubblica
amministrazione.
Più o meno le stesse proporzioni ci sono nelle singole categorie. I dirigenti veri di Palazzo Chigi sono infatti 259, quelli distaccati da altre amministrazioni sono 139 e quelli esterni sono 119. I comandati probabilmente verranno rimandati a casa da Monti in tempi abbastanza brevi, i dirigenti esterni quasi certamente non avranno rinnovati i contratti. Alla fine del maquillage l’intenzione di Monti è quella di portare il numero complessivo dei dipendenti di palazzo Chigi al di sotto delle 3 mila unità . La strage dunque toccherà circa un dipendente su tre.
Più o meno le stesse proporzioni ci sono nelle singole categorie. I dirigenti veri di Palazzo Chigi sono infatti 259, quelli distaccati da altre amministrazioni sono 139 e quelli esterni sono 119. I comandati probabilmente verranno rimandati a casa da Monti in tempi abbastanza brevi, i dirigenti esterni quasi certamente non avranno rinnovati i contratti. Alla fine del maquillage l’intenzione di Monti è quella di portare il numero complessivo dei dipendenti di palazzo Chigi al di sotto delle 3 mila unità . La strage dunque toccherà circa un dipendente su tre.
Franco Bechis
05/03/2012
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