Riceviamo e pubblichiamo
COMUNICATO STAMPA
AMA in crisi. Casse vuote e stipendi a rischio
La crisi economica italiano
colpisce ancora. Questa volta a farne le spese è l’AMA. L’azienda, che si
occupa della raccolta dei rifiuti a Roma, è stata costretta a sospendere l’uso
di alcuni mezzi di trasposto a disposizione perché non c’è più gasolio. Le
casse sono vuote e per il prossimo futuro non sono previste nemmeno nuove
risorse per riprendere a lavorare al meglio.
“Garantire la raccolta dei rifiuti giornaliera nella Capitale è una
priorità imprescindibile - afferma il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con.
Denis Nesci - e, proprio per la rilevanza che ricopre per la città, dovrebbe essere inserita
tra i primi posti dell’agenda delle emergenze comunali per ciò che concerne la
gestione e l’organizzazione dei servizi basilari dei cittadini. Non si può lasciare un’azienda fondamentale
come l’Ama allo sbaraglio – aggiunge Nesci – perché ciò potrebbe avere delle ricadute non solo a livello di decoro
urbano, ma anche a livello sanitario, rischiando di assistere ad una situazione
simile a molti comuni campani completamente sommersi dall’immondizia”.
Non è la prima volta che
l’U.Di.Con. interviene per denunciare carenze da parte dell’Ama che si
riversano, come sempre, su i cittadini, ma ora più che nel passato la
situazione sembra essere arrivata ad un punto critico perché diversi fattori
concomitanti stanno seriamente bloccando i servizi di raccolta: in
primis il malcontento dei dipendenti della società romana a seguito del mancato
pagamento dello stipendio di giugno e il dimezzamento del costo del lavoro,
passato da 13,50 euro lordi l’ora a 7,50; per non parlare poi del pagamento parziale dell’assicurazione per
i mezzi di raccolta dei rifiuti, pagati fino a maggio e non per l’intero anno.
“I segni dell’emergenza sono sotto gli occhi di tutti – conclude il
Presidente dell’U.Di.Con. – non si deve
perdere altro tempo, bisogna risanare la situazione per non rischiare di trovarsi completamente sommersi da una montagna di
rifiuti, ipotesi poi neanche troppo improbabile alla luce del rinvio continuo
del futuro sito della nuova discarica in vista della chiusura di Malagrotta”.
L’Ama non potrà nemmeno chiedere ulteriori prestiti alle banche, visto che dal 2009 ad oggi ha pagato soltanto una parte degli interessi (25 milioni) e del suo debito (600 milioni). Con l’ingresso della Tares, inoltre, i tempi, per ottenere ulteriori introiti della Tari, saranno più lunghi perché gli istituti bancari hanno riformulato le modalità di saldo.
L’Ama non potrà nemmeno chiedere ulteriori prestiti alle banche, visto che dal 2009 ad oggi ha pagato soltanto una parte degli interessi (25 milioni) e del suo debito (600 milioni). Con l’ingresso della Tares, inoltre, i tempi, per ottenere ulteriori introiti della Tari, saranno più lunghi perché gli istituti bancari hanno riformulato le modalità di saldo.
______________________________ _______
U.Di.Con. - Unione Difesa Consumatori
Ufficio Stampa
Via Santa Croce in Gerusalemme, 67 - 00185 Roma
Tel. 06.77250783 - Fax 06.77591309
Nessun commento:
Posta un commento