Garante Privacy:madre accede dati clinici figlia non riconosciuta Bimba affetta da gravi patologie morta dopo parto
Roma, 16 gen. (TMNews) - Grazie alla legge sulla privacy una
donna potrà avere accesso ai dati clinici della figlia non
riconosciuta al momento della nascita e deceduta pochi giorni
dopo il parto per gravi malformazioni. Potrà così conoscere la
patologia genetica da cui era affetta la neonata e valutarne il
possibile rischio di trasmissione in caso di nuova gravidanza.
Dopo il no dell'ospedale che aveva rigettato la sua richiesta di
accesso ai dati sanitari della bambina non risultando alcun
ricovero di una sua figlia legittima, la donna ha presentato
ricorso al Garante privacy. E l'Autorità, nell'accoglierlo, ha
ordinato all'azienda ospedaliera, sulla base a una specifica
norma del Codice privacy, di consentire alla ricorrente l'accesso
a tutti i dati sanitari contenuti nella cartella clinica della
neonata.
Il Codice riconosce, infatti, il diritto di accesso ai dati di
una persona deceduta anche a "chi ha un interesse proprio", e il
Garante ha ritenuto che la ricorrente in qualità di madre, anche
solo naturale, della neonata possa legittimamente esercitare
questo diritto al fine di disporre di informazioni indispensabili
all'accertamento e alle modalità di trasmissione di una
patologia genetica di cui potrebbe essere portatrice. E poter
così valutare il rischio procreativo e affrontare una ulteriore
scelta riproduttiva consapevole e informata.
Gtu
161425 gen 14
Roma, 16 gen. (TMNews) - Grazie alla legge sulla privacy una
donna potrà avere accesso ai dati clinici della figlia non
riconosciuta al momento della nascita e deceduta pochi giorni
dopo il parto per gravi malformazioni. Potrà così conoscere la
patologia genetica da cui era affetta la neonata e valutarne il
possibile rischio di trasmissione in caso di nuova gravidanza.
Dopo il no dell'ospedale che aveva rigettato la sua richiesta di
accesso ai dati sanitari della bambina non risultando alcun
ricovero di una sua figlia legittima, la donna ha presentato
ricorso al Garante privacy. E l'Autorità, nell'accoglierlo, ha
ordinato all'azienda ospedaliera, sulla base a una specifica
norma del Codice privacy, di consentire alla ricorrente l'accesso
a tutti i dati sanitari contenuti nella cartella clinica della
neonata.
Il Codice riconosce, infatti, il diritto di accesso ai dati di
una persona deceduta anche a "chi ha un interesse proprio", e il
Garante ha ritenuto che la ricorrente in qualità di madre, anche
solo naturale, della neonata possa legittimamente esercitare
questo diritto al fine di disporre di informazioni indispensabili
all'accertamento e alle modalità di trasmissione di una
patologia genetica di cui potrebbe essere portatrice. E poter
così valutare il rischio procreativo e affrontare una ulteriore
scelta riproduttiva consapevole e informata.
Gtu
161425 gen 14
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