Pompei: furto in mostra, borchia rubata assicurata per 300 euro =
Roma, 18 mag. (AdnKronos) - Furto negli scavi di Pompei. Un fregio
metallico di una porta risalente al VI sec. a.C. è stato rubato ieri
durante l'apertura al pubblico. Coperto da una lastra di plexiglass,
il fregio faceva parte della mostra 'Pompei e i Greci', allestita
nella Palestra Grande degli scavi. Sul caso indagano i carabinieri di
Torre Annunziata.
(Del/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
18-MAG-17 10:36
(AdnKronos) - La borchia rubata era una delle quattro in bronzo
applicate su una riproduzione della porta di Torre Satriano. Si tratta
di una borchia del diametro di 7,3 cm, della seconda metà del VI
-inizi del V sec a.C. proveniente dal Museo archeologico nazionale
della Basilicata 'Dinu Adamesteanu' di Potenza, il cui valore
assicurativo è di 300 euro. La Direzione del Parco archeologico sta
avviando tutte le indagini anche interne per risalire alle cause di
questa sparizione. La mostra è attualmente chiusa al pubblico per
consentire le indagini e le analisi della scientifica.
"La borchia era, come le altre tre, avvitata sul pannello espositivo e
coperta da lastra trasparente di protezione pertanto la rimozione del
pezzo deve aver richiesto un tempo necessario a evitare i controlli. -
dichiara il direttore generale Massimo Osanna - L'edificio, inoltre, è
di giorno presidiato da personale Ales e di notte sottoposto a
videosorveglianza, oltre ad essere dotato di sistema di allarme. Oltre
al gesto che ferisce il sito di Pompei e il patrimonio culturale
italiano, pur trattandosi di un pezzo di valore non inestimabile, mi
colpisce anche da un punto di vista personale trattandosi di un'area
nella quale avevo condotto direttamente lo scavo".
"Al di fuori del suo straordinario contesto lucano - afferma Marta
Ragozzino, direttrice del Polo museale regionale della Basilicata -
indagato proprio da Osanna, che la mostra Pompei e i greci ha con
grande intelligenza e scientificità finalmente fatto conoscere meglio,
il reperto scomparso ha un modesto valore. Lascia increduli e
addolorati un gesto del genere che attacca e ferisce il patrimonio
culturale che appartiene alla comunità e, portato a Pompei, al mondo
intero. E' stato per noi molto importante contribuire al progetto
culturale che ha permesso la grande mostra e per questo siamo accanto
alla direzione del Parco Archeologico e vogliamo garantire ogni
possibile sostegno", conclude Ragozzino.
(Clt/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
18-MAG-17 12:37
(AGI) - Napoli, 18 mag. - Il valore assicurativo della borchia
rubata nella mostra 'Pompei e i Greci' e' di 300 euro. Lo
comunica la Sovrintendenza di Pompei in una nota in cui precisa
che "e' stata rilevata nella notte di ieri l'assenza di una
delle 4 borchie in bronzo applicate su una riproduzione della
porta di Torre Satriano, in esposizione nella mostra allestita
nella Palestra grande degli scavi. Si tratta di una borchia
del diametro di 7,3 centimetri della seconda meta' del VI
-inizi del V sec a.C. proveniente dal Museo archeologico
nazionale della Basilicata 'Dinu Adamesteanu' di Potenza, il
cui valore assicurativo e' di 300 euro".
"La borchia era, come le altre tre, avvitata sul pannello
espositivo e coperta da lastra trasparente di protezione -
spiega il direttore generale Massimo Osanna - pertanto la
rimozione del pezzo deve aver richiesto un tempo necessario per
sfuggire ai controlli. L'edificio, inoltre, e' di giorno
presidiato da personale Ales e di notte sottoposto a
videosorveglianza, oltre ad essere dotato di sistema di
allarme. Oltre al gesto che ferisce il sito di Pompei e il
patrimonio culturale italiano, pur trattandosi di un pezzo di
valore non inestimabile, mi colpisce anche da un punto di vista
personale trattandosi di un'area nella quale avevo condotto
direttamente lo scavo."
Questa mattina si sono recati sul posto i carabinieri e il
reparto investigazione scientifiche dell'Arma dei Carabinieri
per effettuare i rilievi e le indagini pertinenti, oltre a
visionare le immagini registrate dal sistema di
videosorveglianza. "La Direzione del Parco archeologico sta
avviando tutte le indagini anche interne per risalire alle
cause di tale sparizione. La mostra e' attualmente chiusa al
pubblico per consentire le indagini e le analisi della
scientifica", conclude la nota. (AGI)
Lil
181051 MAG 17
NNNN
Pompei: la maledizione degli scavi, pezzi rubati e restituiti =rubata nella mostra 'Pompei e i Greci' e' di 300 euro. Lo
comunica la Sovrintendenza di Pompei in una nota in cui precisa
che "e' stata rilevata nella notte di ieri l'assenza di una
delle 4 borchie in bronzo applicate su una riproduzione della
porta di Torre Satriano, in esposizione nella mostra allestita
nella Palestra grande degli scavi. Si tratta di una borchia
del diametro di 7,3 centimetri della seconda meta' del VI
-inizi del V sec a.C. proveniente dal Museo archeologico
nazionale della Basilicata 'Dinu Adamesteanu' di Potenza, il
cui valore assicurativo e' di 300 euro".
"La borchia era, come le altre tre, avvitata sul pannello
espositivo e coperta da lastra trasparente di protezione -
spiega il direttore generale Massimo Osanna - pertanto la
rimozione del pezzo deve aver richiesto un tempo necessario per
sfuggire ai controlli. L'edificio, inoltre, e' di giorno
presidiato da personale Ales e di notte sottoposto a
videosorveglianza, oltre ad essere dotato di sistema di
allarme. Oltre al gesto che ferisce il sito di Pompei e il
patrimonio culturale italiano, pur trattandosi di un pezzo di
valore non inestimabile, mi colpisce anche da un punto di vista
personale trattandosi di un'area nella quale avevo condotto
direttamente lo scavo."
Questa mattina si sono recati sul posto i carabinieri e il
reparto investigazione scientifiche dell'Arma dei Carabinieri
per effettuare i rilievi e le indagini pertinenti, oltre a
visionare le immagini registrate dal sistema di
videosorveglianza. "La Direzione del Parco archeologico sta
avviando tutte le indagini anche interne per risalire alle
cause di tale sparizione. La mostra e' attualmente chiusa al
pubblico per consentire le indagini e le analisi della
scientifica", conclude la nota. (AGI)
Lil
181051 MAG 17
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(AGI) - Napoli, 18 mag. - Rubati e restituiti. E' la sorte di
tanti pezzi sottratti dagli scavi di Pompei da centinaia di
turisti negli scavi, dagli anni '60 in poi. Una 'tradizione'
basata su una leggendaria e molto moderna 'maledizione degli
scavi' che ha portato persino, nel dicembre 2016, il direttore
generale della Soprintendenza autonoma, Massimo Osanna, a
ipotizzare una mostra dal titolo "Quello che mi porto via da
Pompei", progetto frutto di una sua riflessione sulle decine di
plichi che costantemente arrivavano negli uffici della
Soprintendenza da tutto il mondo, con lettere a corredo di
oggetti resi.
Di certo, c'e' chi, come un turista spagnolo che aveva
trafugato un pezzo di intonaco decorato, ha restituito il
bottino mettendo nero su bianco che a quel furto compiuto in
una gita culturale legava disavventure e disgrazie patite dalla
sua famiglia. Ma molto piu' di frequente sono le persone che si
vogliono mettere la coscienza a posto, come una signora inglese
che nel 2015 invio' un pezzo di mosaico rubato negli anni '70
dai suoi genitori, per ridare indietro questo materiale "non di
pregio", sottolineava nel 2015 lo stesso Osanna.
"Vi restituisco quanto prelevai indebitamente nel 1983 e
che mi ha portato solo disgrazie. Ora mi sento libera": queste
le parole che si leggono in un'altra lettera anonima. Sassi,
frammenti di intonaci a volte nemmeno colorati, monete in
qualche raro caso e persino pietruzze che potrebbero essere
contemporanee. Di certo, i turisti 'pizzicati' con souvenir
originali nello zaino scontano una maledizione meno oscura,
quella dei controlli, a dispetto di qualche cronista che pure
ha realizzato reportage per dimostrare la facilita' d'asporto
di pezzi dall'enorme area archeologica. E' il caso di quanto
avvenne il 4 agosto del 2014 a un francese scoperto mentre si
impossessava di frammenti di marmo e di intonaco dipinto o
dell'italiano che di sera stava portando via frammenti di una
brocca, il 21 dicembre dello stesso anno. Nell'agosto 2015 un
16enne olandese venne sorpreso in possesso di pezzi di tegole e
frammenti di anfore. Quattro fratelli francesi in crociera
furono inoltre denunciati perche' avevano negli zaini pezzi di
malta di 2-3 centimetri. Lo scorso anno poi furono pizzicati un
turista americano che aveva preso una tessera di marmo di un
mosaico della domus del Porticato e due olandesi che avevano
asportato pietre dipinte dalla domus della Venere in bikini. I
controlli, che maledizione! (AGI)
Lil
181207 MAG 17
tanti pezzi sottratti dagli scavi di Pompei da centinaia di
turisti negli scavi, dagli anni '60 in poi. Una 'tradizione'
basata su una leggendaria e molto moderna 'maledizione degli
scavi' che ha portato persino, nel dicembre 2016, il direttore
generale della Soprintendenza autonoma, Massimo Osanna, a
ipotizzare una mostra dal titolo "Quello che mi porto via da
Pompei", progetto frutto di una sua riflessione sulle decine di
plichi che costantemente arrivavano negli uffici della
Soprintendenza da tutto il mondo, con lettere a corredo di
oggetti resi.
Di certo, c'e' chi, come un turista spagnolo che aveva
trafugato un pezzo di intonaco decorato, ha restituito il
bottino mettendo nero su bianco che a quel furto compiuto in
una gita culturale legava disavventure e disgrazie patite dalla
sua famiglia. Ma molto piu' di frequente sono le persone che si
vogliono mettere la coscienza a posto, come una signora inglese
che nel 2015 invio' un pezzo di mosaico rubato negli anni '70
dai suoi genitori, per ridare indietro questo materiale "non di
pregio", sottolineava nel 2015 lo stesso Osanna.
"Vi restituisco quanto prelevai indebitamente nel 1983 e
che mi ha portato solo disgrazie. Ora mi sento libera": queste
le parole che si leggono in un'altra lettera anonima. Sassi,
frammenti di intonaci a volte nemmeno colorati, monete in
qualche raro caso e persino pietruzze che potrebbero essere
contemporanee. Di certo, i turisti 'pizzicati' con souvenir
originali nello zaino scontano una maledizione meno oscura,
quella dei controlli, a dispetto di qualche cronista che pure
ha realizzato reportage per dimostrare la facilita' d'asporto
di pezzi dall'enorme area archeologica. E' il caso di quanto
avvenne il 4 agosto del 2014 a un francese scoperto mentre si
impossessava di frammenti di marmo e di intonaco dipinto o
dell'italiano che di sera stava portando via frammenti di una
brocca, il 21 dicembre dello stesso anno. Nell'agosto 2015 un
16enne olandese venne sorpreso in possesso di pezzi di tegole e
frammenti di anfore. Quattro fratelli francesi in crociera
furono inoltre denunciati perche' avevano negli zaini pezzi di
malta di 2-3 centimetri. Lo scorso anno poi furono pizzicati un
turista americano che aveva preso una tessera di marmo di un
mosaico della domus del Porticato e due olandesi che avevano
asportato pietre dipinte dalla domus della Venere in bikini. I
controlli, che maledizione! (AGI)
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POMPEI: FURTO NEGLI SCAVI, RUBATO FREGIO PORTA VI SEC. A.C. = Roma, 18 mag. (AdnKronos) - Furto negli scavi di Pompei. Un fregio
metallico di una porta risalente al VI sec. a.C. è stato rubato ieri
durante l'apertura al pubblico. Coperto da una lastra di plexiglass,
il fregio faceva parte della mostra 'Pompei e i Greci', allestita
nella Palestra Grande degli scavi. Sul caso indagano i carabinieri di
Torre Annunziata.
(Del/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
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POMPEI: FURTO NEGLI SCAVI, RUBATO FREGIO PORTA VI SEC. A.C. (2) = (AdnKronos) - La borchia rubata era una delle quattro in bronzo
applicate su una riproduzione della porta di Torre Satriano. Si tratta
di una borchia del diametro di 7,3 cm, della seconda metà del VI
-inizi del V sec a.C. proveniente dal Museo archeologico nazionale
della Basilicata 'Dinu Adamesteanu' di Potenza, il cui valore
assicurativo è di 300 euro. La Direzione del Parco archeologico sta
avviando tutte le indagini anche interne per risalire alle cause di
questa sparizione. La mostra è attualmente chiusa al pubblico per
consentire le indagini e le analisi della scientifica.
"La borchia era, come le altre tre, avvitata sul pannello espositivo e
coperta da lastra trasparente di protezione pertanto la rimozione del
pezzo deve aver richiesto un tempo necessario a evitare i controlli. -
dichiara il direttore generale Massimo Osanna - L'edificio, inoltre, è
di giorno presidiato da personale Ales e di notte sottoposto a
videosorveglianza, oltre ad essere dotato di sistema di allarme. Oltre
al gesto che ferisce il sito di Pompei e il patrimonio culturale
italiano, pur trattandosi di un pezzo di valore non inestimabile, mi
colpisce anche da un punto di vista personale trattandosi di un'area
nella quale avevo condotto direttamente lo scavo".
"Al di fuori del suo straordinario contesto lucano - afferma Marta
Ragozzino, direttrice del Polo museale regionale della Basilicata -
indagato proprio da Osanna, che la mostra Pompei e i greci ha con
grande intelligenza e scientificità finalmente fatto conoscere meglio,
il reperto scomparso ha un modesto valore. Lascia increduli e
addolorati un gesto del genere che attacca e ferisce il patrimonio
culturale che appartiene alla comunità e, portato a Pompei, al mondo
intero. E' stato per noi molto importante contribuire al progetto
culturale che ha permesso la grande mostra e per questo siamo accanto
alla direzione del Parco Archeologico e vogliamo garantire ogni
possibile sostegno", conclude Ragozzino.
(Clt/AdnKronos)
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