SALUTE: ABITI "TOSSICI", GREENPEACE ACCUSA 20 GRANDI MARCHI =
(AGI) - Roma, 20 nov. - Le grandi catene di moda vendono
indumenti contaminati da sostanze chimiche pericolose che
possono alterare il sistema ormonale dell'uomo o che, se
rilasciate nell'ambiente, possono diventare cancerogene. E' la
denuncia pubblicata nel rapporto internazionale "Toxic Threads
- The Fashion Big Stitch-Up" che Greenpeace ha lanciato oggi da
Pechino con una sfilata shock.
Le analisi chimiche eseguite da Greenpeace su 141 articoli
dei 20 principali brand di moda (Benetton, Jack & Jones, Only,
Vero Moda, Blazek, C & A, Diesel, Esprit, Gap, Armani, H & M,
Zara, Levi, Victoria 's Secret, Mango, Marks & Spencer,
Metersbonwe, Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Vancl)
dimostrebbero, secondo l'organizzazione ambientalista, un
collegamento tra gli impianti di produzione tessile, principali
responsabili dell'avvelenamento dei corsi d'acqua, e la
presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti finali.
"Vendendo prodotti contaminati da sostanze chimiche
pericolose, le marche piu' famose del fashion ci stanno
trasformando in vittime inconsapevoli della moda che inquina.
Le sostanze trovate da Greenpeace, infatti, contribuiscono
all'inquinamento dei corsi d'acqua in tutto il mondo, sia
durante la produzione che nel lavaggio domestico" - spiega Li
Yifang, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace
Asia orientale. (AGI)
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SALUTE: ABITI "TOSSICI", GREENPEACE ACCUSA 20 GRANDI MARCHI (2)=
(AGI) - Roma, 20 nov. - Per ogni marca, uno o piu' articoli
analizzati contengono NPE (composti nonilfenoloetossilati) che
possono rilasciare i corrispondenti nonilfenoli, pericolosi
perche' in grado di alterare il sistema ormonale dell'uomo. I
livelli piu' alti, superiori a 1ppm, sono stati trovati per i
marchi Zara, Metersbonwe, Levi's, C & A, Mango, Calvin Klein,
Jack & Jones e Marks & Spencer (M & S). Per Zara, inoltre,
quattro dei capi analizzati risultano contaminati da alti
livelli di ftalati tossici, e altri due presentano tracce di
un'ammina cancerogena derivante dai coloranti azoici. "In
qualita' di piu' grande rivenditore al mondo di abbigliamento,
Zara deve adottare con urgenza un piano ambizioso e trasparente
per eliminare le sostanze tossiche dalle sue filiere di
produzione" - afferma Martin Hojsik, coordinatore della
campagna Detox di Greenpeace International.
Greenpeace chiede ai marchi dell'abbigliamento di
impegnarsi ad azzerare l'utilizzo di tutte le sostanze chimiche
pericolose entro il 2020 - come gia' hanno fatto alcuni
importanti marchi tra cui H&M e M&S - e di imporre ai loro
fornitori di rivelare alle comunita' locali i valori di tutte
le sostanze chimiche tossiche rilasciate nelle acque dai loro
impianti. (AGI)
Sar
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