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giovedì 10 ottobre 2013

Mafia: via D'Amelio, Candura "picchiato per confessare furto 126" =

Mafia: via D'Amelio, Candura "picchiato per confessare furto 126" =
(AGI) - Caltanissetta, 10 ott. - "Mi massacrano, mi
fracassarono. Un poliziotto mi fece sbattere la testa a terra
mentre io piangevo". Ha sostenuto cosi' in aula di essere stato
picchiato dopo il suo arresto Salvatore Candura, ex
collaboratore di giustizia sentito oggi dalla Corte di assise
di Caltanissetta nel processo "Borsellino quater". Arrestato il
5 settembre del 1992 con Luciano e Roberto Valenti per violenza
sessuale, Candura ha detto di essere stato malmenato perche'
l'allora dirigente della Squadra Mobile di Palermo, Arnaldo La
Barbera, voleva fargli confessare il furto della 126 utilizzata
poi come autobomba per la strage di via d'Amelio, oltre che la
violenza sessuale. "Saro' la tua ossessione, mi diceva Arnaldo
La Barbera. Ti faro' dare l'ergastolo. Ti incastrero' perche'
ho le prove", ha riferito Candura. (AGI)
Cl1/Rap/Mzu (Segue)
101049 OTT 13Mafia: via D'Amelio, Candura "picchiato per confessare furto 126" (2)=
(AGI) - Caltanissetta, 10 ott. - "Io -ha raccontato il teste-
continuavo a proclamarmi innocente. Con il furto della 126 non
c'entravo nulla cosi' come non c'entravo nulla con l'accusa di
violenza sessuale. Ero un galantuomo e mai e poi mai avrei
potuto abusare di una ragazza cosi' come non sapevo nulla di
quella 126".
Secondo quanto ha riferito Candura, che all'epoca rubava
auto su commissione dei fratelli Scarantino, e in particolare
di Vincenzo, il falso pentito di via D'Amelio, la proprietaria
della Fiat 126, Pietrina Valenti (sorella dei due indagati per
violenza sessuale con l'ex pentito), dopo aver subito il furto
dell'utilitaria si rivolse appunto a lui perche' gliela facesse
ritrovare. "Quell'auto -ha detto il teste- la cercai
dappertutto. Quando dissi a Pietrina Valenti di non averla
trovata lei mi minaccio', sostenendo che si sarebbe recata dai
carabinieri e mi avrebbe accusata del furto della sua auto".
(AGI)
Cl1/Rap/Mzu
101049 OTT 13

Mafia: via D'Amelio, Candura "picchiato per confessare furto 126" (3)=
(AGI) - Caltanissetta, 10 ott. - Nella sua deposizione, Candura
ha sostenuto che Arnaldo La Barbera oltre a estorcergli una
falsa confessione gli forni' la versione da recitare,
suggerendogli di accusato Vincenzo Scarantino e Salvatore
Tomasello di avergli commissionato il furto della 126, e di
avergli ordinato di portarla nel rione della Guadagna, come di
solito, ma di lasciarla in una traversa di via Cavour. "Dovetti
cedere -ha affermato Candura- altrimenti la mia vita si sarebbe
trasformata in un inferno". La Barbera gli avrebbe anche
garantito il programma di protezione e gli avrebbe promesso 200
milioni delle vecchie lire.
Candura ha dichirato di essere stato malmenato anche in
carcere quando manifesto' l'intenzione di rimangiarsi la falsa
confessione: "Ero preso dai rimorsi. Sin da subito volevo
ritrattare. In carcere mi hanno massacrato", ha detto il teste,
che per le dichirazioni rese allora e' stato condannato a 12
anni per calunnia. "Io sono contro la mafia. Non sono un
criminale, sono solo un piccolo ladro", ha detto l'ex
collaboratore di giustizia. (AGI)
Cl1/Rap
101254 OTT 13

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