Tumore vescica: dopo 30 anni novita' terapia casi stadio avanzato =
(AGI) - Vienna, 27 set. - Ci sono voluti ben 30 anni prima che
la terapia contro il tumore alla vescica in stadio avanzato
segnasse nuovamente qualche punto a favore del paziente e degli
oncologi. Si aprono infatti nuove e incoraggianti prospettive,
come emerge dai risultati dello studio IMvigor 210 presentati
oggi all'European Cancer Congress 2015 di Vienna e che verranno
sottomessi da Roche alle autorita' sanitarie mondiali, compresa
la Fda americana. Risultati che confermano come
l'immunoterapico atezolizumab (MPDL3280A; anti-PDL1) ha ridotto
le dimensioni del tumore nel 27% dei pazienti con carcinoma
uroteliale localmente avanzato o metastatico (mUC), la cui
malattia presentava alti o medi livelli di PD-L1 ed era andata
in progressione dopo il trattamento iniziale. Inoltre, nel
momento del cut-off dei dati (momento di raccolta dei dati da
analizzare) il 92% dei pazienti stava continuando a rispondere
ad atezolizumab. Il che si traduce nella constazione che la
durata mediana della risposta non e' stata ancora raggiunta. E
novita' importante e' anche il fatto che gli eventi avversi
registrati con questo studio sono stati in linea con quelli
osservati negli studi precedenti. (AGI)
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Tumore vescica: dopo 30 anni novita' terapia casi stadio avanzato (2)=
(AGI) - Vienna, 27 set. - Cosi' Andrea Necchi, dirigente
medico, Struttura Complessa di Oncologia Medica 1, Fondazione
IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, sottolinea che
dall'European Cancer Congress 2015 "emergono finalmente nuove
prospettive per i malati di tumore alla vescica, una patologia
che rappresenta circa il 3% di tutti i tumori e in urologia e'
seconda solo al tumore della prostata. Sono risultati molto
importanti quelli ottenuti fino a questo momento con
atezolizumab perche' rappresentano il primo grande passo avanti
in quasi 30 anni nel trattamento del carcinoma della vescica in
stadio avanzato e potrebbero diventare ancora piu' importanti
con un tempo di osservazione piu' lungo". E per Sandra Horning,
MD, Chief Medical Officer and Head of Global Product
Development, "il fatto che la risposta fosse ancora in corso
nella maggioranza dei pazienti trattati con atezolizumab nel
momento della valutazione dei dati ci rende speranzosi degli
importanti risultati che questa immunoterapia potra'
raggiungere nel trattamento del tumore alla vescica". Roche
intende presentare i dati alle autorita' sanitarie mondiali
secondo la Breakthrough Therapy Designation per il trattamento
di pazienti con recidiva di mUC con espressione di PD-L1,
designazione ideata al fine di accelerare lo sviluppo la
valutazione di medicinali destinati a curare patologie gravi e
che possono dimostrare un miglioramento sostanziale rispetto
alle terapie esistenti. Durante lo studio IMvigor 210
(multicentrico, a singolo braccio, in aperto) i pazienti
arruolati sono stati suddivisi in due coorti. La prima era
costituita da pazienti che non avevano ricevuto precedenti
terapie per il carcinoma uroteliale della vescica localmente
avanzato o metastatico, ma che erano ineleggibili per la
terapia di prima linea a base di cisplatino; i risultati di
questa coorte non sono tuttavia ancora maturi. La coorte 2, i
cui risultati sono stati annunciati oggi a Vienna, includeva
pazienti la cui malattia era progredita durante o in seguito al
trattamento con un regime di chemioterapia a base di platino
(seconda linea o successive). Ai pazienti e' stata
somministrata una dose endovenosa di 1200 mg di atezolizumab il
primo giorno di ciascun ciclo (cicli di 21 giorni) fino alla
progressione della malattia (Coorte 1) o alla perdita del
beneficio clinico (Coorte 2). L?endpoint primario dello studio
era il 'tasso di risposta obiettiva'. Gli endpoint secondari
includevano la durata della risposta, la sopravvivenza globale
la sopravvivenza libera da progressione e la sicurezza. La
selezione dei pazienti e' avvenuta in base a istologia, numero
di precedenti linee di terapia ed espressione di PD-L1 sulle
cellule immunitarie infiltranti il tumore, utilizzando un test
sperimentale d'immunoistochimica sviluppato da Roche
Diagnostics. Sempre a proposito di tumore alla vescica, oltre a
IMvigor 210 Roche ha in corso uno studio randomizzato di fase
III, l'IMvigor 211, che confronta atezolizumab con la
chemioterapia standard nei pazienti con carcinoma uroteliale
localmente avanzato o metastatico (mUC) che sono peggiorati
dopo un trattamento iniziale. Tutti gli studi includono la
valutazione dello stato di espressione di PD-L1 valutato
attraverso un un test correlato sviluppato da Roche
Diagnostics. (AGI)
Vic
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