GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 17.42.10
Salute: presbiopia "croce" per over 40 ma svolta con nuove lenti =
(AGI) - Roma, 23 mag. - Un indirizzo scritto su una busta, un
SMS arrivato sul cellulare o, ancora, un trafiletto sul
quotidiano davanti ai nostri occhi. Non ci sono mai stati
problemi per leggerli. Oggi, con un gesto istintivo, che finora
abbiamo visto fare a molti senza capire bene a cosa servisse,
allunghiamo il braccio per vedere distintamente il testo. E'
questo il giorno che per molti di noi arriva dopo i
quarant'anni, e segna l'avvento della presbiopia, un difetto di
vista dovuto alla difficolta' di mettere a fuoco oggetti posti
a meno di 40-50 centimetri. Il gesto di per se' puo' mettere un
po' d'inquietudine perche' segna in qualche modo l'avanzare
dell'eta', ma non deve preoccupare. "La presbiopia e' una
condizione parafisiologica, cioe' non rientra nei parametri
della normalita', ma non rappresenta neppure una patologia",
spiega il dott. Luigi Mele, Oculista presso l' Unita' Operativa
Oculistica della Azienda Universitaria Luigi Vanvitelli di
Napoli, durante il 17 Congresso internazionale della SOI, la
Societa' Oftalmologica italiana, che celebra i 150 anni dalla
sua fondazione. "In condizioni normali, il muscolo ciliare, un
gruppo di fasci muscolari presenti nell'occhio, cambia la
curvatura della nostra lente naturale chiamata cristallino
attraverso un processo fisiologico ed involontario chiamato
accomodazione: questo ci permette di mettere a fuoco sulla
retina immagini di oggetti posti a distanze differenti; con
l'avanzare dell'eta', questa capacita' di accomodare , si
riduce progressivamente, in quanto la forza di contrazione del
muscolo ciliare diminuisce e il cristallino diventa piu'
rigido: ecco perche' molti di noi sono costretti ad allontanare
il foglio di giornale per riuscire a leggere distintamente". Il
difetto, come accennato, inizia a manifestarsi nella maggior
parte delle persone dopo i quarant'anni. Esistono pero' casi
d'insorgenza piu' precoce. "In questi casi, si parla di forme
di presbiopia non fisiologiche ma indotte; una di queste e' la
pseudo-presbiopia da affaticamento, tipica per esempio nei
soggetti non ancora quarantenni che passano molte ore al
videoterminale: questa attivita' protratta nel tempo richiede
all'occhio un sforzo accomodativo continuativo che a lungo
andare porta ad uno spasmo del muscolo ciliare", ha aggiunto il
dottor Mele. (AGI)
Pgi (Segue)
231741 MAG 19
NNNN
GIOVEDÌ 23 MAGGIO 2019 17.42.22
Salute: presbiopia "croce" per over 40 ma svolta con nuove lenti (2)=
(AGI) - Roma, 23 mag. - "L'effetto e' simile a quello della
presbiopia parafisiologica: in sostanza, il soggetto fa fatica
a mettere a fuoco oggetti posti a media e breve distanza;
occorre sottolineare che una forma non esclude l'altra, anzi
c'e' una sovrapposizione: chi ha un'attivita' lavorativa che
richiede molte ore al computer, per esempio, ha una maggiore
probabilita' di sviluppare una presbiopia clinicamente piu'
rilevante". A scanso di equivoci, bisogna ribadire che per la
presbiopia non esiste una terapia. Quando essa si presenta,
l'unico rimedio e' la prescrizione da parte di un medico
oculista di un idoneo paio di occhiali correttivi. "Per la
forma non parafisiologica, l'unica soluzione e' una riduzione
delle ore trascorse davanti al videoterminale, per esempio
intervallando l'uso del computer con frequenti pause, associata
all'utilizzo di specifiche lenti correttive, che in effetti non
sono molto differenti dagli occhiali usati dai presbiti", ha
sottolineato il dottor Mele. "La particolarita' di queste lenti
e' che, se indossate durante tutta la giornata, cioe' non solo
per il lavoro davanti al terminale, hanno un'azione quasi
curativa, perche' inducono una decontrazione del muscolo
ciliare". "Per queste persone, le prime lenti disponibili sono
state le lenti bifocali, quelle con una mezzaluna nella parte
bassa per intenderci", ha ricordato il dottor Mele. "Uscite
parecchi anni fa, permettevano di mettere a fuoco gli oggetti
lontani guardando dritto davanti a se' e quelli vicini
guardando verso il basso". L'evoluzione quasi logica sono state
le lenti trifocali. "Le lenti trifocali sono seguite alle
bifocali, e aggiungevano una terza zona per permettere di
mettere a fuoco a distanza intermedia", ha continuato il dottor
Mele. "I risultati tuttavia non sono stati quelli sperati
perche' queste lenti causavano disturbi della visione, con
'salti d'immagine' e problemi d'adattamento decisamente
maggiori rispetto alle lenti bifocali, e sono presto cadute in
disuso". Da qualche anno, la tecnologia ottica si e' sviluppata
al punto da rendere disponibili lenti cosiddette multifocali,
chiamate anche lenti progressive, che permettono di mettere a
fuoco in modo continuo su tutti i piani focali, dalla distanza
massima fino ai 40 centimetri canonici per leggere il giornale.
"Nel caso delle multifocali si sono succedute nel tempo tre
generazioni di lenti: la prima dava ancora qualche problema di
adattamento, superati poi brillantemente nelle generazioni
successive", ha concluso il dottor Mele. "Ora la tecnologia di
costruzione, denominata Free Form, si basa su software molto
elaborati, con un risultato di correzione ottimale, grazie
anche alle tecniche di centratura digitale: ora le lenti sono
perfettamente tollerabili". (AGI)
Pgi
231741 MAG 19
NNNN
Nessun commento:
Posta un commento