SALUTE. ATEROSCLEROSI, SISA: FATTORI DI RISCHIO E COME PREVENIRE
PRESIDENTE AVERNA: MENO DIFFUSA MERIDIONE PER DIETA MEDITERRANEA
(DIRE) Roma, 10 mar. - L'aterosclerosi e' un processo patologico
che produce la formazione di una placca ('ateroma') all'interno
della parete arteriosa. Tale placca, crescendo nel tempo, tende a
provocare ostruzione rendendo difficoltoso il passaggio del
sangue attraverso le arterie. Di conseguenza, una sofferenza
acuta nei tessuti e negli organi, causata dall'arrivo di scarso
ossigeno, puo' portare alla formazione di un trombo sulla placca.
Tra le manifestazioni cliniche ci sono l'infarto del miocardio,
l'ictus oppure l'arteriopatia obliterante periferica. Ma come si
fa a prevenire questa malattia? E quali sono le terapie
consigliate? A queste e ad altre domande ha risposto Maurizio
Averna, presidente Sisa (Societa' Italiana per lo Studio
dell'Arteriosclerosi).
"La migliore prevenzione per l'aterosclerosi e' quella che si
fa correggendo tutti i fattori di rischio- spiega Averna alla
Dire-, quindi la prima cosa da fare e' la stima del rischio di un
paziente, considerando i suoi livelli di pressione, colesterolo,
diabete, sedentarieta' o obesita'. Prima di tutto bisogna quindi
intervenire sullo stile di vita, in modo da incrementare
l'attivita' fisica e raggiungendo il peso ideale. Importante,
oltre ovviamente a smettere di fumare, e' adottare un regime
dietetico di tipo mediterraneo che prevede la poca assunzione di
grassi animali e favorisce invece l'assunzione di frutta,
verdura, pesce e grassi non saturi".
L'aterosclerosi non e' dunque provocata da una causa
specifica, ma e' favorita da diversi fattori, tra questi il piu'
importante sembra quello legato agli squilibri alimentari.
Allora, a tale proposito: e' vero che in Italia e' meno diffusa
nel meridione, dove si fa un maggior uso di grassi vegetali? "?
cosi'- risponde il presidente Sisa- Non solo, possiamo allargare
il discorso anche al nord America e al nord Europa, dove una
elevata presenza di calorie nella dieta, proveniente da grassi
saturi animali, di certo va ad incidere negativamente sulla
salute delle persone". Secondo Averna negli ultimi 30 anni c'e'
stata comunque "una diminuzione delle malattie cardiovascolari e
questo grazie soprattutto al miglioramento delle tecniche
d'intervento, come per esempio la rivascolarizzazione
percutanea, cioe' l'angioplastica".(SEGUE)
(Cds/ Dire)
11:20 10-03-14
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SALUTE. ATEROSCLEROSI, SISA: FATTORI DI RISCHIO E COME PREVENIRE -2-
(DIRE) Roma, 10 mar. - In genere il processo aterosclerotico si
sviluppa senza dare segno di se' per decadi, manifestandosi
tendenzialmente nell'eta' adulto matura, cioe' dopo i 50 anni.
Tuttavia, quando uno o piu' fattori di rischio sono presenti in
modo quantitativamente elevato, allora l'espressione della
malattia puo' avvenire anche in eta' giovanile. "Se ci sono
soggetti che hanno per motivi genetici un ipercolesterolemia
familiare- spiega ancora Averna-, con valori di colesterolo
altissimi, superiori a 300, allora in questo caso le espressioni
di questa malattia si possono avere anche intorno ai 30 o 40
anni. Se il difetto genetico poi e' ancora piu' grave, e in
questo caso parliamo di ipercolesterolemia familiare omozigote,
con livelli di colesterolo compresi tra i 600 e i 1000, a quel
punto la malattia puo' manifestarsi anche tra i 10 e i 20 anni e
puo' avere come conseguenze cliniche anche l'infarto".
Parlando di dati, quanti sono in Italia i pazienti che
soffrono di ipercolesterolemia? "La forma piu' grave di
ipercolesterolemia familiare, che e' quella omozigote, colpisce
in genere 1 persona ogni milione di abitanti- dice il presidente
Sisa-. In Italia dunque piu' o meno ci sono 50 0 60 omozigoti. E
questo per la forme dominante. Quanto alla forma recessiva, di
omozigoti ce ne sono altri 20 o 30. Insomma diciamo che un
centinaio di pazienti in Italia potrebbero soffrire di una forma
di ipercolesterolemia genetica gravissima".
Quanto agli eterozigoti, ce ne sono molti di piu'. "La stima
attuale e' classicamente da 1 a 500, ma secondo i nuovi e piu'
recenti studi la frequenza potrebbe essere di 1 a 200. Dunque in
Italia- conclude Averna- potrebbero esserci anche 300mila
soggetti con la forma eterozigota".
(Cds/ Dire)
11:20 10-03-14
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