Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-01803
presentata da
GIOVANNI ENDRIZZI
giovedì 6 marzo 2014, seduta n.203
ENDRIZZI, MARTON, MORRA, CRIMI, AIROLA, BUCCARELLA, CAPPELLETTI, COTTI, GIARRUSSO, FUCKSIA, LEZZI, BULGARELLI, PETROCELLI, BOTTICI, PAGLINI, CIOFFI, SCIBONA, CIAMPOLILLO, PUGLIA, LUCIDI, TAVERNA, MORONESE, GIROTTO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:
in una nota del 20 febbraio 2014 le Organizzazioni sindacali (OO.SS.) della Polizia di Stato evidenziano che il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno sta ultimando uno studio per la revisione dei presidi e degli uffici della Polizia di Stato (P.S.) su tutto il territorio nazionale in funzione della conclamata carenza degli organici che, assestata a circa 95.000 unità si prospetterebbe con profili di criticità sempre più accentuati per il mancato ingresso di nuove unità rispetto al turnover programmato, e ha reso necessaria un'articolata razionalizzazione delle risorse e dei presidi in considerazione dell'attuale disponibilità di personale che non aumenterà in futuro;
di tale ipotizzata soppressione le OO.SS. sono venute a conoscenza tramite una nota inviata dalla Direzione centrale per gli affari generali della Polizia di Stato al prefetto ed al questore di Rovigo. Detto documento illustra un progetto che si è sviluppato attraverso due direttrici: una, a carattere interno alla Polizia di Stato, diretta ad una razionalizzazione dei presidi delle quattro specialità, stradale, ferroviaria, postale e frontiera; un'altra, concertata con il Comando generale dell'Arma dei Carabinieri, finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di P.S. e delle compagnie dei Carabinieri. La nota termina con la richiesta di un cortese riscontro da parte delle due autorità entro il 10 marzo 2014, evidenziando che "un'eventuale variante comporta necessariamente una ineludibile rivisitazione dell'intero progetto";
in data 25 febbraio 2014 si è riunito il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica al quale è stato invitato il sindaco di Porto Tolle (Rovigo). In tale contesto i responsabili territoriali delle altre forze di polizia (Finanza e Carabinieri), hanno confermato che, diversamente da quanto si prevede per la Polizia di Stato, non sono state annunciate o programmate chiusure di presidi o più in generale modifiche all'attuale assetto;
il commissariato di Porto Tolle sarebbe l'unico di cui il piano di razionalizzazione sopra menzionato indicherebbe la chiusura in Veneto;
considerato che, a giudizio degli interroganti:
la soppressione di commissariati in territori ampi riduce la possibilità di rapido intervento in casi di emergenza, vieppiù laddove la minore densità di popolazione di per sé comporta un tendenziale ritardo nella rilevazione e segnalazione delle emergenze medesime, mentre la minore azione di pattugliamento come deterrente a comportamenti illeciti e criminosi, ad esempio i reati ambientali, ne favorirà la comparsa;
il territorio in cui opera il commissariato di P.S. di Porto Tolle (25 uomini di Polizia), sia per conformazione geomorfologica (per estensione territoriale è il secondo più grande d'Italia) che per attività economica che vi si pratica, richiederebbe una sorveglianza continua per terra e per acqua, oltre che interventi mirati e precisi a garanzia dell'ordine pubblico, mentre a seguito della ventilata riorganizzazione svolgerebbe le funzioni esclusivamente la stazione dei Carabinieri (10 uomini);
il venir meno di tale commissariato si rifletterebbe con una inevitabile ricaduta in termini di sicurezza in un territorio ove vi sono problemi di ordine pubblico legati ai conflitti, anche interprovinciali, per la coltivazione dei molluschi, oltre a quelli legati alla criminalità;
considerato inoltre che, a giudizio degli interroganti:
la presenza della centrale Enel di Polesine Camerini e del rigassificatore di Porto Levante, conferisce al territorio del Basso Polesine una importante valenza strategica nazionale e questa non può ritenersi compatibile con l'indebolimento dell'azione di presidio;
il territorio ricade nell'area di pertinenza del Parco regionale del Delta che rappresenta fonte vitale di reddito per il turismo, la pesca e l'agricoltura, e gli eventuali reati ambientali avrebbero ricadute pesantissime sulla principale prospettiva di sviluppo economico del territorio;
la necessaria riorganizzazione di tali presidi dovrebbe considerare l'efficienza e l'efficacia a beneficio della collettività, senza mai compromettere il livello minimo di presidio a tutela dei cittadini;
detta riorganizzazione rischia di ridurre le risorse per il sistema sicurezza a livello periferico, già messo a dura prova da una preoccupante crescita dei fenomeni criminali, ed in tale contesto l'eventuale chiusura del commissariato di Porto Tolle si configura come un'operazione che mortificherebbe le esigenze di sicurezza di una realtà privata di un adeguato controllo del territorio,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, in considerazione dei livelli di criticità esposti in premessa, non ritenga opportuno riconsiderare l'orientamento emerso nell'ambito della stesura del piano di revisione dei presidi di pubblica sicurezza salvaguardando l'operatività dei commissariati che si trovino a fronteggiare particolari situazioni di pubblica sicurezza in territori, che per la loro estensione o criticità, potrebbero risultare scoperti o difficilmente raggiungibili dalle forze dell'ordine.
(4-01803)
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lunedì 10 marzo 2014
Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-01803 presentata da GIOVANNI ENDRIZZI giovedì 6 marzo 2014, seduta n.203..in una nota del 20 febbraio 2014 le Organizzazioni sindacali (OO.SS.) della Polizia di Stato evidenziano che il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno sta ultimando uno studio per la revisione dei presidi e degli uffici della Polizia di Stato (P.S.) su tutto il territorio nazionale in funzione della conclamata carenza degli organici che, assestata a circa 95.000 unità si prospetterebbe con profili di criticità sempre più accentuati per il mancato ingresso di nuove unità rispetto al turnover programmato, e ha reso necessaria un'articolata razionalizzazione delle risorse e dei presidi in considerazione dell'attuale disponibilità di personale che non aumenterà in futuro;..
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