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domenica 25 febbraio 2024

CORTEI. FRATOIANNI: REPRESSIONE PIAZZA NEL SILENZIO VIMINALE E PALAZZO CHIGI

 DOMENICA 25 FEBBRAIO 2024 11.21.14


CORTEI. FRATOIANNI: REPRESSIONE PIAZZA NEL SILENZIO VIMINALE E PALAZZO CHIGI

DIR0413 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT CORTEI. FRATOIANNI: REPRESSIONE PIAZZA NEL SILENZIO VIMINALE E PALAZZO CHIGI (DIRE) Roma, 25 feb. - "Registro la facilità inquietante con cui, da quando è al governo la destra, si arriva alla repressione di piazza nel silenzio del Viminale e di Palazzo Chigi". Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, e parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra in un'intervista pubblicata oggi sulle pagine siciliane di Repubblica , e che dall'ottobre di due anni fa incalza l'esecutivo Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi con interrogazioni sulla deriva violenta durante le manifestazioni, comprese quelle in Sicilia. "Le rare volte che Piantedosi lo ha fatto, - prosegue il leader di SI - le sue risposte sono state imbarazzanti. Di fronte a comportamenti delle forze dell'ordine lontani anni luce dalle regole democratiche e dal buonsenso, ha risposto con "forse un accesso di zelo". Un comportamento che chi guida il Viminale non può permettersi. Attendo ancora molte risposte da Piantedosi. È per questo che vogliamo sapere - insiste l'esponente rossoverde - quali iniziative urgenti intende assumere affinché venga verificato il corretto comportamento tenuto dagli operatori di polizia, dai dirigenti e funzionari preposti alla gestione dell'ordine pubblico durante le manifestazioni. Voglio sapere per quale motivo c'è stato un uso sproporzionato e ingiustificato della forza nei confronti degli studenti e delle studentesse che manifestavano in modo pacifico a Pisa o dei giovani che volevano arrivare all'albero Falcone il 23 maggio scorso a Palermo". "E un altro esempio imbarazzante è quello che riguarda il cronista siciliano di Repubblica Bertè identificato mentre seguiva una manifestazione a Messina, perquisito e trattenuto per ore in questura. Nell'ultima visita a Palermo il ministro dell'Interno ha risposto ai giornalisti di non sapere chi è Bertè, benché la mia interrogazione sul comportamento della Digos di Messina sia sul suo tavolo dal mese di novembre. Una settimana fa gli ho rinnovato l'invito a rispondere, ma finora non una parola è stata detta sulla vicenda di un cronista tenuto in questura per ore e messo nell'impossibilità di raccontare una manifestazione contro il ponte sullo Stretto. Glielo ricorderò ogni volta che in questo Paese verrà alzato un manganello contro uno studente che protesta, contro un migrante che cerca una speranza, contro un lavoratore che combatte per avere un futuro. Voglio risposte sul quel 3 per cento di manifestazioni finite in scontri, sul comportamento nei confronti di giornalisti che fanno il loro dovere, su scelte come quelle di sgomberare l'unico consultorio di Catania per ridare i locali all'università". Penso che siamo di fronte a una sorta di "liberi tutti": non credo ai complotti né alle disposizioni arrivate dall'alto, ma i numeri parlano chiaro: nell'ultimo anno le persone identificate in Italia sono state venti milioni in più. Non voglio assolutamente scaricare la responsabilità sul personale chiamato a gestire l'ordine pubblico - conclude Fratoianni - , su poliziotti, carabinieri e finanzieri che vanno in piazza. Non sono loro il problema. Il tema è chi non gestisce questi eventi. Nessuno lo ha deciso a monte, ma nessuno ha trattenuto i manganelli. Se l'unica risposta del ministro dell'Interno è "Forse c'è stato un eccesso di zelo", allentare le briglie diventa molto più facile (Vid/ Dire) 11:20 25-02-24 NNNN

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