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martedì 21 febbraio 2012

RIFIUTI: ARMI CHIMICHE, OLTRE 30MILA ORDIGNI NEL MARE ADRIATICO


RIFIUTI: ARMI CHIMICHE, OLTRE 30MILA ORDIGNI NEL MARE ADRIATICO =
PRESENTATO IL DOSSIER DI LEGAMBIENTE E COORDINAMENTO NAZIONALE
BONIFICA ARMI CHIMICHE

Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Sono oltre 30mila gli ordigni
inabissati nel sud del mare Adriatico, di cui 10mila solo nel porto di
Molfetta e di fronte a Torre Gavetone, a nord di Bari; 13mila i
proiettili e 438 i barili contenenti sostanze tossiche inabissati nel
golfo di Napoli; 4.300 le bombe all'iprite e 84 tonnellate di testate
all'arsenico nel mare davanti a Pesaro. E poi laboratori e depositi di
armi chimiche della Chemical City in provincia di Viterbo, l'industria
bellica nella Valle del Sacco a Colleferro e migliaia di 'bomblets'
(derivati dall'apertura delle bombe a grappolo) sganciati dagli aerei
Nato sui fondali marini del basso Adriatico durante la guerra del
Kosovo.

E poi il Porto di Monfalcone, la Sardegna... C'e' chi la chiama
la 'coda avvelenata della guerra' o 'eredita' scomoda', che continua a
rilasciare sostanze tossiche come arsenico, iprite, lewsite, fosgene e
difosgene, acido cloro solfonico e cloropicerina da piu' di 80 anni,
causando gravi danni all'ecosistema e alla salute delle popolazioni
locali. E chi si occupa di ripulire? A questa domanda hanno cercato di
dare una risposta Legambiente e il Coordinamento Nazionale Bonifica
Armi Chimiche, presentando oggi a Roma il dossier "Armi chimiche:
un'eredita' ancora pericolosa", visto che tra l'altro una vera e
propria mappatura di questa realta' non esiste ancora.

La risposta alla domanda che riguarda le responsabilita' di
bonifica e gestione dei siti contaminati puo' sembrare ovvia, ma non
lo e'. Si pensa subito al ministero della Difesa, al quale, invece,
spetta solo la competenza per le aree militari (militari al momento
della bonifica). Quando viene rinvenuto un ordigno chimico, questo
viene trasportato a Civitavecchia nel centro tecnico logistico
interforze Nbc dove viene demilitarizzato e distrutto. Solo per
queste, nel 2011 gli interventi di bonifica sul territorio nazionale
sono stati 49.(segue)

(Mst/Col/Adnkronos)
21-FEB-12 15:52

NNNNRIFIUTI: ARMI CHIMICHE, OLTRE 30MILA ORDIGNI NEL MARE ADRIATICO (2) =
ENTRO L'ANNO AL VIA LA BONIFICA DEL LAGO DI VICO

(Adnkronos) - La Convenzione di Parigi prevede che ogni Stato si
impegni a distruggere e smaltire le armi chimiche sul suo territorio e
quelle abbandonate sul territorio di altri Paesi. Ma qui entra in
gioco un discorso di policy nazionale e "per il momento, la policy del
ministero degli Affari Esteri e' che l'Italia gestisca da se' gli
ordigni presenti sul suo territorio", specifica il colonnello
Antonello Massaro, direttore dell'Nbc, centro che fruisce dal 2009 di
un finanziamento annuo di 1.200.000 di euro per la propria attivita'.

E quando si parla di militari e di bonifiche da ordigni, si
parla anche del caso Lago di Vico e del mistero che per decenni ha
avvolto la Chemical City, il centro di ricerca e produzione di armi
chimiche voluto da Mussolini e attivo fin dagli anni '70. Nel 2000 le
attivita' militari hanno concluso le operazioni di bonifica dei
serbatoi, ma le successive indagini dell'Arpa sui sedimenti del lago
hanno evidenziato concentrazioni di arsenico superiori alla soglia di
contaminazione.

I militari ribadiscono che l'arsenico e' un elemento di origine
naturale non riconducibile ne' nell'iprite ne' nel fosforo e che
quindi la fonte della contaminazione del lago va ricercata altrove.
Fatto sta che "entro l'anno - assicura il colonnello Massaro -
inizieranno i lavori di bonifica del lago, che erano gia' stati
programmati in previsione della dismissione del sito". I fondi gia' ci
sono e ammontano a 1,2 milioni di euro.(segue)

(Mst/Col/Adnkronos)
21-FEB-12 15:58
RIFIUTI: ARMI CHIMICHE, OLTRE 30MILA ORDIGNI NEL MARE ADRIATICO (3) =
NEL GOLFO DI MANFREDONIA PESCE ALL'IPRITE

(Adnkronos) - Piu' difficile andare a cercare il reponsabile di
un'eventuale bonifica di altri siti non militari, come nel caso di
Molfetta. Quello all'imboccatura del porto e' un vero e proprio mare
di bombe, la maggior parte delle quali derivano dalle 17 navi
affondate nel porto di Bari durante il bombardamento tedesco del 2
dicembre del 1943, le cui stive erano cariche di bombe all'iprite. A
quelle inabissate, si aggiunsero poi quelle sganciate dai caccia della
Nato durante la guerra del Kosovo.

In attesa di porre un tardivo rimedio alla situazione, gli
ordigni continuano a rilasciare i loro veleni. Un'indagine condotta
dall'Ispra sulle conseguenze ambientali dell'abbandono delle armi
chimiche in mare, condotta nel Golfo di Manfredonia, ha rilevato nei
pesci alterazioni del dna e degli enzimi epatici, presenza di arsenico
nei muscoli e nel fegato superiori alla norma, ulcere riconducibili al
contatto con l'iprite, sui cui contenitori i pesci vivono e si fanno
la tana.

(Mst/Col/Adnkronos)
21-FEB-12 16:01

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