ANSA/ MEDICINA: FUNZIONA VENA 'DI RICAMBIO'DA STAMINALI PAZIENTE
(EMBARGO ALLE 23.30)
(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Il sogno di avere a portata di mano
degli 'organi di ricambio' ottenuti dalle stesse cellule
staminali del paziente e' un po' piu' vicino, e almeno per
quanto riguarda i vasi sanguigni puo' quasi passare alla
categoria 'realta'. Lo affermano i risultati del primo trapianto
di una vena creata in questo modo, pubblicati dalla rivista
Lancet, che aprono la strada a una serie di applicazioni per
diverse patologie.
La prima persona a ricevere il vaso sanguigno 'artificiale'
e' stata una bambina di dieci anni affetta da una ostruzione
della vena porta, quella che collega il fegato a milza e
intestino, che provoca effetti che vanno dal ritardo della
crescita a emorragie letali. Ad un anno dal trapianto eseguito
dall'universita' di Goteborg la bimba ha recuperato un ritmo di
crescita normale e la possibilita' di svolgere attivita' fisica
moderata: "E' un risultato molto importante per diverse ragioni
- commenta Luca Revelli, chirurgo endocrinologico e vascolare
del Policlinico Gemelli di Roma - la vena porta ha un calibro
molto grande, e quindi e' difficile sostituirla con altre vene
prelevate dal corpo o con quelle completamente sintetiche che
pure vengono utilizzate in altre patologie. Inoltre il fatto che
la vena sostitutiva stia funzionando a distanza di tempo indica
che questa e' una strada percorribile. Sono molti i gruppi che
stanno lavorando a esperimenti del genere, e credo che questo
sia il futuro in questo campo".
La vena 'di ricambio', che non presenta problemi di rigetto
essendo ricavata dalle cellule della paziente, e' stata ottenuta
a partire da una porzione di vena iliaca prelevata dall'inguine
di un cadavere. Il vaso e' stato 'lavato' di tutto il materiale
vivente, finche' e' rimasta solo una struttura proteica. In
questa matrice sono state iniettate le cellule staminali della
paziente, prelevate dal midollo osseo, che in due settimane
hanno formato una nuova vena pronta per essere trapiantata:
"Nell'anno successivo all'intervento la bambina e' cresciuta di
sei centimetri e di cinque chili - spiegano gli autori - grazie
alla procedura e' migliorata molto la qualita' della vita della
paziente".
La vena e' solo il primo passo, spiegano gli autori dello
studio: "Questa ricerca stabilisce la fattibilita' e la
sicurezza del trattamento in caso di ostruzione o insufficienza
venosa - sottolineano - e apre nuove aree di ricerca, come ad
esempio cercare di riprodurre le arterie da usare nei bypass
coronarici".(ANSA).
Y91-MRB
13-GIU-12 18:38 NNNN
Nessun commento:
Posta un commento