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martedì 17 aprile 2012
ricerca: italiani creano topo lucciola per studiare proliferazione cellulare
RICERCA: ITALIANI CREANO TOPO LUCCIOLA PER STUDIARE PROLIFERAZIONE CELLULARE =
AL REGINA ELENA DI ROMA, APPLICAZIONI CONTRO TUMORI MA ANCHE IN
MEDICINA RIGENERATIVA
Roma, 17 apr. (Adnkronos Salute) - Un topo lucciola creato in
laboratorio 'fare luce' sui meccanismi cellulari, con applicazioni non
solo nella lotta contro i tumori, ma anche in medicina rigenerativa,
farmacologia e tossicologia. Lo speciale roditore transgenico,
chiamato Mito-Luc, e' stato prodotto nel laboratorio di ricerca di
oncogenesi molecolare dell'Istituto Regina Elena di Roma come modello
sperimentale per gli studi sulla proliferazione cellulare.
L'animale - spiega una nota dell'Ire - e' stato ottenuto legando
il gene della luciferasi, una proteina prodotta dalle lucciole, a un
frammento di Dna del topo che dipende dal fattore di trascrizione
NF-Y, una proteina strettamente coinvolta nel processo di divisione e
moltiplicazione cellulare. Quando si trovano in fase di crescita, le
cellule emettono bioluminescenza, una luce visibile dall'esterno
semplicemente utilizzando una speciale macchina fotografica, senza
alcun danno per l'animale. I topi lucciola, sviluppati dal team di
Giulia Piaggio in collaborazione con il Dipartimento di farmacologia
dell'Universita' di Milano, possono essere utilizzati per studi e
rilevazioni a lungo termine.
I dati ottenuti sono piu' precisi - sottolinea l'Ire - e
consentono di diminuire sensibilmente il numero di animali necessari
alla sperimentazione. Il topo lucciola ha ottenuto la copertina di
"Molecular Biology of the Cell", la rivista della Societa' americana
di biologia cellulare, in uscita il 15 aprile e ora disponibile
online. (segue)
(Com-Mad/Col/Adnkronos)
17-APR-12 12:54
NNNN
RICERCA: ITALIANI CREANO TOPO LUCCIOLA PER STUDIARE PROLIFERAZIONE CELLULARE (2) =
(Adnkronos Salute) - Nel modello animale Mito-Luc, ogni volta
che le cellule si dividono, ossia vanno in mitosi, producono NF-Y e si
'accendono'. Si osserva cosi' che nelle aree del corpo a elevata
proliferazione cellulare, come nei tumori, si produce una quantita' di
luce tale da poter essere facilmente rilevata dall'esterno
fotografando l'animale con un apparecchio ad hoc. I ricercatori
guidati dalla Piaggio da diversi anni studiano l'attivita' biologica
del fattore di trascrizione NF-Y: i risultati hanno dimostrato che la
proteina agisce nel nucleo cellulare esplicando la propria attivita'
solo in cellule proliferanti, che si stanno quindi dividendo, e non in
quelle che sono uscite dal ciclo replicativo.
Poi l'idea dei ricercatori di usare NF-Y come 'indicatore' della
divisione cellulare e di rendere la sua attivita' visibile
accoppiandolo a una fonte di luce, la luciferasi di lucciola. "Le
nostre conoscenze su NF-Y - spiega Piaggio - derivano da quella che
possiamo chiamare ricerca di base. Il modello murino invece scaturisce
dalla nostra volonta' di trasferire questi risultati alla ricerca
pre-clinica. Grazie alla proficua collaborazione con il team
dell'Universita' di Milano, guidato da Paolo Ciana, abbiamo raggiunto
tale obiettivo. E pensiamo che siano un potente strumento per misurare
rapidamente e facilmente la proliferazione cellulare in molte
applicazioni sperimentali di interesse medico. Inoltre -aggiunge- sono
utili per prevedere, mappare e caratterizzare la tossicita' di vecchi
e nuovi composti anti proliferativi con grandi implicazioni nel campo
oncologico e farmaceutico".
"Grazie alla tecnologia della bioluminescenza - prosegue
l'esperta - e' possibile visualizzare le cellule in attiva
proliferazione in tutto il corpo, nell'animale vivo, valutando cosi'
l'efficacia di una terapia antitumorale, in questo caso la luce emessa
dal tumore scompare, o la cancerogenicita' di un composto chimico". Il
topo Mito-Luc, oggetto di una domanda di brevetto internazionale, "e'
un esempio di come la tecnologia possa fornire strumenti formidabili
per la ricerca traslazionale. La possibilita' di monitorare la
crescita cellulare ci permettera' di sperimentare nuove terapie sempre
piu' efficaci contro il cancro, molto piu' rapidamente del passato",
conclude Ruggero De Maria, direttore scientifico dell'Ire. Lo studio
e' stato possibile grazie ai finanziamenti dell'Associazione per la
ricerca sul cancro e ai fondi ottenuti con il 5x1000.
(Com-Mad/Col/Adnkronos)
17-APR-12 12:59
NNNN
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