Riceviamo e pubblichiamo
COMUNICATO STAMPA : Le larghe intese: la Costituzione è cosa
nostra
Grazie a soli 4 voti che hanno permesso di raggiungere la maggioranza dei 2/3, il Senato approva in terza lettura il ddl costituzionale che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme costituzionali. Con questa deliberazione il Senato ha votato definitivamente la deroga che permette di aggirare l'art. 138, ossia di ignorare le regole che la Costituzione prevede per modificare la Costituzione stessa.
La maggioranza qualificata impedisce infatti il ricorso al referendum sulla deroga al 138.
E' una gravissima violazione della Costituzione compiuta in Parlamento dalla maggioranza delle "larghe intese", destinata a spalancare le porte alle manipolazioni successive.
Grazie a soli 4 voti che hanno permesso di raggiungere la maggioranza dei 2/3, il Senato approva in terza lettura il ddl costituzionale che istituisce il Comitato parlamentare per le riforme costituzionali. Con questa deliberazione il Senato ha votato definitivamente la deroga che permette di aggirare l'art. 138, ossia di ignorare le regole che la Costituzione prevede per modificare la Costituzione stessa.
La maggioranza qualificata impedisce infatti il ricorso al referendum sulla deroga al 138.
E' una gravissima violazione della Costituzione compiuta in Parlamento dalla maggioranza delle "larghe intese", destinata a spalancare le porte alle manipolazioni successive.
La possibilità di sottoporre a
referendum le modifiche costituzionali di merito, prevista con la norma
approvata qualunque sia la maggioranza parlamentare, non diminuisce il
danno preliminare oggi arrecato alla Carta. Non è chiaro infatti se alla fine il
referendum potrà avvenire su singole norme approvate o su tutto il pacchetto di
riforme, che potrebbe, ad esempio, significare opporsi anche a provvedimenti
"popolari" quali legge elettorale e riduzione del numero dei parlamentari.
Ora possiamo dire, a ragion veduta, che "il re-PD è nudo". A cosa si riduce, davanti a scelte come questa, tutto il dissenso interno? A 5 (cinque) senatori,: 1 astenuto e 4 che non hanno partecipato al voto!
A.L.B.A. - Comitato Operativo Nazionale
Ora possiamo dire, a ragion veduta, che "il re-PD è nudo". A cosa si riduce, davanti a scelte come questa, tutto il dissenso interno? A 5 (cinque) senatori,: 1 astenuto e 4 che non hanno partecipato al voto!
A.L.B.A. - Comitato Operativo Nazionale
SULLA MORTE DI RAFFAELE PENNACCHIO - malato di
SLA che da 2 giorni presidiava il Ministero dell'Economia.
Un ricordo di Mario Sommella, dello snodo tematico ALBA
Articolo 3 a cui Raffaele aveva aderito
Raccontare una storia così scioccante non è impresa
semplice, da quando si è costituito il nodo Articolo 3 abbiamo stretto un
connubio indissolubile con i compagni e le compagne del comitato 16 novembre,
Raffaele è stato tra i primi ad aderire, il nostro intento è quello di unificare
gli sforzi, E mi esprimo al presente perché le nostre lotte continueranno,
ripeto il nostro intento è quello di unire varie esperienze tra disabili con
problematiche differenti , Fin dai primi momenti si è compreso e
percepito il valore umano che queste compagne e questi compagni, nonostante
siano colpiti nella loro integrità fisica, quanto avrebbero potuto fare per la
causa di tutti i disabili, troppo spesso le nostre categorie vagano nel
buio, agiscono slacciati da qualsiasi contatto tra loro , Ognuno a coltivare il
loro piccolo interesse ad orticello, invece loro erano consapevoli che solo
unendo le lotte di più persone con problemi simili si sarebbe potuto arrivare a
risposte concrete a nostro favore.
Arriviamo alla cronaca, purtroppo non felice, di questi
momenti; il Comitato 16 Novembre invia una lettera al ministero per
avanzare una proposta progetto che avrebbe potuto portare benefici non solo
ai malati di SLA ma a tutta la categoria dei disabili, e non solo, in questa
proposta progetto si richiedeva l'assistenza domiciliare a chi ne facesse
richiesta e contemplava inoltre l'assunzione di circa 200.000 persone che
avrebbero dovuto assistere queste persone quindi un buon impatto occupazionale,
e parliamo di posti regolari non a nero, certo questo comportava una riduzione
dei finanziamenti alle RSA, ma questi finanziamenti, addirittura, avrebbero
apportato un buon risparmio alle casse dello Stato, sempre inascoltati non c'era
interesse da parte dei nostri governanti in quanto le lobby delle residenze
sanitarie assistenziali e forte in Italia, ma i malati SLA non si sono mai
tirati indietro e a rischio della loro vita hanno più volte e ripetutamente
manifestato sotto i vari ministeri, il 12 giugno 2013, penultimo appuntamento
prima della data del 22 ottobre, è sempre per richiedere quello che di diritto
dovrebbe essere dato annoi disabili, I vari governi che si sono succeduti e che
hanno avuto contatti con questi manifestanti eroici non si sono mai fatti
scrupolo E chiedersi cosa rischiano queste persone, non sapevano che i malati
SLA sono persone colpite nella loro integrità da una malattia inesorabile che li
debilita col passar del tempo? Non si sono mai domandati perché mettono a
rischio la loro vita per ottenere quello che è un loro diritto ? Non è bastato
un presidio, non il secondo, ma ben nove nell'arco di 24 mesi e sempre con lo
stesso leitmotiv, dateci quello che ci spetta, Non per capriccio, ma perché
questo è contemplato nelle nostre leggi, sia italiane che della comunità
europea. Arriviamo al 22 ottobre, un manipolo di eroi si incontra sotto il
ministero economia finanze per richiedere quello che già vi ho descritto
sopra, al ministero vengono accolti la mattina del 22 e i vari sottosegretari
tentano di posporre le loro richieste ad altri incontri, più in la nel
tempo, ma era proprio Raffaele che al tavolo diceva "fate presto, non c'è tempo"
questo lo ha ripetuto più volte ai vari burocrati governativi, il 22 escono dal
ministero rimanendo in Presidio tutta la notte al freddo dopo aver strappato con
i denti l' incontro del 23, il giorno dopo all'incontro riescono ad ottenere
buone assicurazioni alle loro richieste, i comunicati stampa sono positivi, ma
la lotta è stata dura, provati dal presidio notturno e dall'incontro fiume verso
le 15:30 escono dal ministero e si avviano in albergo, raffaele era felice, si
provato, ma felice e nessuno si sarebbe aspettato che la sera si sarebbe
accasciato al tavolo davanti a tutti i compagni e le compagne.
Questo è l'epilogo di una storia tragica, Con
responsabilità, anche se indiretta, da parte di governanti cinici che non
rispettano I bisogni delle persone più deboli, si sa bene come ragionano questi
burocrati manipolati da un'economia crudele, Che non lesinano fondi a istituti
bancari ho sovvenzionamenti alle loro caste, di contro fanno sì che persone con
pieni diritti costituzionali arrivino sotto i loro palazzi del potere per
ottenere quello che gli spetta. Adesso Raffaele non c'è più, ma di lui rimarrà
il suo sorriso, e il suo esempio che sarà un faro per tutti coloro che in futuro
vorranno rivendicare i loro Giusti diritti, solo così il suo
sacrificio non sarà reso vano.
Mario Sommella
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