(AGI) - New York, 27 giu. - Con una votazione di 5 a 4 la Corte Suprema ha lasciato in sospeso la domanda sulla cittadinanza aggiunta al questionario sul censimento nazionale del 2020. La controversia era nata dopo la decisione dell'amministrazione Trump di far aggiungere al questionario, per la prima volta dal 1950, una domanda in cui bisognava dichiarare il proprio status di cittadinanza. Molti movimenti per la difesa dei diritti civili avevano protestato, sostenendo che questo avrebbe escluso dal censimento almeno 6,5 milioni di immigrati, preoccupati dall'essere facilmente identificati. Il giudice capo della Corte Suprema, John Roberts, che ha scritto la sentenza, ha concluso che ci fossero sufficienti motivi di preoccupazione riguardo l'aggiunta di una domanda cosi' personale e ha giudicato "non adeguata" la motivazione presentata dall'amministrazione Trump per giustificare l'inserimento della domanda. Ma, allo stesso tempo, il giudice ha lasciato aperta la possibilita' che il governo produca nuove spiegazioni, lasciando di fatto in sospeso la questione. I questionari, pero', vanno stampati entro fine giugno e il tempo stringe. Con Roberts si sono schierati i quattro giudici liberali della Corte. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva definito "senza senso" un questionario senza la domanda sulla cittadinanza. "I radicali di sinistra - aveva scritto su Twitter - vogliono un censimento privo della domanda piu' importante. Sarebbe senza senso e uno spreco di miliardi di dollari, ridicolo". L'importanza del censimento e' legato al fatto che, in base ai dati raccolti, viene decisa la distribuzione dei seggi del Congresso e la distribuzione dei miliardi di dollari di contributi federali verso gli stati e le comunita' locali nei prossimi dieci anni. (AGI)Nwy/Rbr 18:48 27-06-19
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