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martedì 28 maggio 2013

ECCO LA SCUOLA DI (ALLEGRA) FINANZA. SPESE PAZZE PER L'ISTITUTO DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA. TRA I PROFESSORI SPICCANO MAGISTRATI E GRAND COMMIS CON STIPENDI CHE ARRIVANO A 290MILA EURO


riceviamo da Ficiesse e pubblichiamo


La Notizia - 24 maggio 2013

ECCO LA SCUOLA DI (ALLEGRA) FINANZA. SPESE PAZZE PER L'ISTITUTO DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA. TRA I PROFESSORI SPICCANO MAGISTRATI E GRAND COMMIS CON STIPENDI CHE ARRIVANO A 290MILA EURO

di Stefano Sansonetti


Dalle parti del ministero dell’economia qualcuno si pone la domanda da anni: a cosa serve la Scuola superiore dell’economia e delle finanze? Diventato amletico, il dubbio ogni tanto si ripropone. Ma forse, fanno notare i maliziosi, una risposta c’è. E passa direttamente per la valanga di contratti che l’istituto, diretto dal 2006 da Giuseppe Pisauro, ha firmato nel corso degli anni e continua tutt’ora ad attivare. Dagli archivi, tanto per dire, risulta che nel 2010 erano stati assegnati 29 incarichi. Che nel 2011 sono saliti a 69, gran parte dei quali con effetti sull’anno successivo. Un elenco preciso delle consulenze 2012 sul sito della Scuola non è riportato, ma sembra che la pacchia continui. Nei soli mesi di marzo e aprile di quest’anno, per fornire un esempio, si è pianificata l’attivazione di nove contratti, alcuni dei quali appannaggio di storici consulenti dell’istituto dipendente dal ministero dell’economia. Cos a ci fanno tutti questi consulenti? Chissà , magari la questione potrebbe finire all’attenzione del nuovo ministro Fabrizio Saccomanni e del suo staff.

Chi insegnaLa maggior parte dei contratti, come si apprende dalle carte a disposizione, riguarda “incarichi per attività di tutoraggio didattico”. La scuola, all’epoca intitolata all’ex ministro delle finanze Ezio Vanoni, si occupa di formazione del personale dell’amministrazione finanziaria. E vanta un corpo di una quindicina di docenti Vip, tra quelli in servizio e non in servizio, con stipendi di tutto rispetto. Tra questi ci sono Francesco Tomasone, capo di gabinetto del ministero del lavoro, Marco Pinto, ex vicecapo di gabinetto del ministero dell’economia e Vincenzo Fortunato, fino a poco tempo fa capo di gabinetto sempre al ministero di via XX Settembre. Sulla base di una griglia reperibile sul sito internet della Scuola, Tomasone, Pinto e Fortunato (quest’ultimo inserito nella lista dei professori non in servizio) sono accreditati di stipendi annui lordi che a seconda dei casi vanno da 237 a 293 mila euro. Dopo di loro c’é Mauri zio Gianlorenzo Mensi, accreditato di un emolumento da 219 mila euro l’anno. Senza contare che tra i docenti non in servizio figurano grand commis dell’amministrazione finanziaria, come il vicedirettore dell’Agenzia delle entrate e del territorio Gabriella Alemanno, ed ex politici come Maurizio Leo, già assessore al bilancio del comune di Roma e oggi consigliere di amministrazione di Acea.

Gli incarichiNella lista delle consulenze ci sono fattispecie lautamente retribuite. Il recordman assoluto è Francesco Scisci, che per un “incarico di studio e di ricerca – progetto Sistema Italia”, svolto dal 1° dicembre 2010 al 31 ottobre 2011, ha incassato la bellezza di 60 mila euro. Almeno a stare alla cifra riportata in griglia accanto al suo nome. Altro uomo dei record, questa volta per la quantità di incarichi ottenuti, è Massimiliano Bartolucci. Per lui dagli archivi emerge una sequenza di 6 incarichi, tutti per tutoraggio didattico, per importi che vanno dai 4.100 ai 5.500 euro. In più, a seguito di procedure selettive indette tra marzo e aprile per assegnare nuovi incarichi, Bartolucci risulta primo in due graduatorie per la stipula di contratti sempre nell’ambito del supporto didattico. Tre incarichi della stessa natura, e per i medesimi importi, risultano assegnati in passato a Simone Carunchio, anche lui però in lizza per l’assegnazion e di una nuova consulenza in base a procedure indette le scorse settimane. Due incarichi economicamente più cospicui, del valore di 12.900 euro ciascuno, sono andati nei mesi precedenti ad Antonio De Santis per attività di studio e ricerca. E così via, fino a ricostruire un pregresso della bellezza di 69 contratti.

I tentativi di soppressione
Sta di fatto che, tra incarichi e maxistipendi, la Scuola è ancora viva e vegeta, nonostante i ripetuti tentativi di soppressione. Nel 2011, durante l’esame di una manovra economica, un emendamento di tre senatori dell’allora Terzo Polo (Maria Ida Germontani, Egidio Digilio e Giuseppe Valditara) provò a togliere la struttura di mezzo. Nel 2008 venne depositata una proposta di legge dei senatori del Pd Marco Perduca e Donatella Poretti per cassare l’istituto. E nel 2007, durante l’esame della finanziaria Prodi, in commissione fu approvato un emendamento di Massimo Villone che smantellava la Scuola. Alla fine, però, il contenuto della proposta correttiva cadde. E la struttura dei docenti Vip, inutile per molti, è ancora in piedi.

@SSansonetti

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