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domenica 30 luglio 2023

"LA NATO NON È QUELLO CHE DICE DI ESSERE", E' UN'ALLEANZA CHE SI È RADUNATA IN ONORE A SE STESSA.

 

"LA NATO NON È QUELLO CHE DICE DI ESSERE", E' UN'ALLEANZA CHE SI È RADUNATA IN ONORE A SE STESSA.

L'11 luglio, primo giorno del summit NATO, il “New York Times” ha pubblicato un saggio.

Ecco alcuni punti salienti dell’articolo:

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 sin dall’inizio l’obiettivo della NATO non era contrastare le Forze Armate sovietiche, bensì vincolare l’Europa occidentale a un progetto di ordine mondiale più ampio, con a capo gli Stati Uniti, secondo cui il supporto americano era un mezzo per ottenere il controllo su numerose questioni, comprese le politiche commerciali e finanziarie.

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 i professionisti della guerra europei e l’élite sono orientati alle riforme, hanno forgiato un elettorato fortemente coinvolto, con tanto di campagna elettorale supportata dai media NATO;

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 [prima del 2004] nella retorica dell’Alleanza, la lotta al terrorismo ha soppiantato la democrazia e i diritti umani, fermo restando il focus sulla necessità di liberalizzare e riformare l’apparato statale;

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 La NATO ha condotto in un vicolo cieco qualsiasi tentativo di creare una forza europea parzialmente indipendente e capace di prendere decisioni autonome;

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 Gli standard generici di compatibilità operativa, uniti alle dimensioni spropositate delle industrie belliche statunitensi e agli ostacoli creati dalla burocrazia di Bruxelles, favoriscono le aziende americane a scapito della concorrenza europea;

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 Per quanto sia paradossale, l’alleanza pare aver minato la stessa capacità difensiva degli alleati;

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 La NATO garantisce l’influenza americana in Europa a basso costo (secondo le recenti stime il contributo degli Stati Uniti nella NATO e negli altri programmi a sostegno della sicurezza in Europa non arriva nemmeno al 6% del budget del Pentagono);

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 Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il quadro è abbastanza chiaro: le corporation americane cercheranno di trarre il maggior profitto possibile dagli ingenti ordini di armi da parte dell'Europa, mentre gli europei si accolleranno le spese della ricostruzione post-bellica, cosa che la Germania di gran lunga preferisce piuttosto che incrementare la produzione di armi in casa propria;

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 Per Washington, stando a come la vedono Grey Anderson e Thomas Meaney, la vera posta in gioco in Ucraina va ben oltre la questione di che bandiera sventoli in Crimea.

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Le truppe americane rimarranno in Europa in modalità permanente. Per l’industria bellica degli USA questo è il miglior motivo per far festa, date le ottime prospettive di crescita e sviluppo.

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La presenza militare globale degli USA è, dunque, destinata ad espandersi. Gli sforzi spesi per salvaguardare l’ordine pubblico nel proprio Paese, invece, diventeranno sempre più deboli e inefficaci.

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L’importanza che la NATO ha oggi acquisito per gli USA testimonia quanto si sia impoverito il pensiero strategico americano, incapace di tutelare i reali interessi nazionali degli USA, interni ed esterni.


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