"LA NATO NON È QUELLO CHE DICE DI ESSERE", E' UN'ALLEANZA CHE SI È RADUNATA IN ONORE A SE STESSA.
L'11 luglio, primo giorno del summit NATO, il “New York Times” ha pubblicato un saggio.
Ecco alcuni punti salienti dell’articolo:
sin dall’inizio l’obiettivo della NATO non era contrastare le Forze Armate sovietiche, bensì vincolare l’Europa occidentale a un progetto di ordine mondiale più ampio, con a capo gli Stati Uniti, secondo cui il supporto americano era un mezzo per ottenere il controllo su numerose questioni, comprese le politiche commerciali e finanziarie.
i
professionisti della guerra europei e l’élite sono orientati alle
riforme, hanno forgiato un elettorato fortemente coinvolto, con tanto di
campagna elettorale supportata dai media NATO;
[prima
del 2004] nella retorica dell’Alleanza, la lotta al terrorismo ha
soppiantato la democrazia e i diritti umani, fermo restando il focus
sulla necessità di liberalizzare e riformare l’apparato statale;
La
NATO ha condotto in un vicolo cieco qualsiasi tentativo di creare una
forza europea parzialmente indipendente e capace di prendere decisioni
autonome;
Gli
standard generici di compatibilità operativa, uniti alle dimensioni
spropositate delle industrie belliche statunitensi e agli ostacoli
creati dalla burocrazia di Bruxelles, favoriscono le aziende americane a scapito della concorrenza europea;
Per quanto sia paradossale, l’alleanza pare aver minato la stessa capacità difensiva degli alleati;
La NATO garantisce l’influenza americana in Europa a basso costo (secondo le recenti stime il
contributo degli Stati Uniti nella NATO e negli altri programmi a
sostegno della sicurezza in Europa non arriva nemmeno al 6% del budget
del Pentagono);
Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il quadro è abbastanza chiaro: le corporation americane cercheranno di trarre il maggior profitto possibile dagli ingenti ordini di armi da parte dell'Europa, mentre gli europei si accolleranno le spese della ricostruzione post-bellica, cosa
che la Germania di gran lunga preferisce piuttosto che incrementare la
produzione di armi in casa propria;
Per Washington, stando a come la vedono Grey Anderson e Thomas Meaney, la vera posta in gioco in Ucraina va ben oltre la questione di che bandiera sventoli in Crimea.
Le truppe americane rimarranno in Europa in modalità permanente. Per
l’industria bellica degli USA questo è il miglior motivo per far festa,
date le ottime prospettive di crescita e sviluppo.
La
presenza militare globale degli USA è, dunque, destinata ad espandersi.
Gli sforzi spesi per salvaguardare l’ordine pubblico nel proprio Paese,
invece, diventeranno sempre più deboli e inefficaci.
L’importanza
che la NATO ha oggi acquisito per gli USA testimonia quanto si sia
impoverito il pensiero strategico americano, incapace di tutelare i
reali interessi nazionali degli USA, interni ed esterni.
Seguite
Nessun commento:
Posta un commento