ASPORTATA A DONNA MASSA TUMORALE DI 38 CHILI
INTERVENTO ESEGUITO NEL VENEZIANO DA CINQUE UNITA' OPERATIVE
(ANSA) - VENEZIA, 2 APR - Ha lasciato il reparto di Chirurgia
dell'Ospedale di San Dona' di Piave una cinquantenne di Jesolo,
che in pochi mesi aveva sviluppato un enorme tumore addominale.
I sanitari hanno provveduto all'asportazione di una massa di 38
chilogrammi che stava rapidamente compromettendo le sue
condizioni di salute. L'intervento chirurgico e' riuscito per
merito della cooperazione di cinque unita' operative.
Si tratta di un caso particolare, non tanto per le dimensioni
della massa quanto per la compressione che la massa esercitava
su tutti gli organi addominali e toracici, e in particolare sui
grossi vasi addominali. L'attivita' di vari organi era stata
infatti progressivamente e notevolmente ridotta: i reni erano
completamente schiacciati dalla massa, la mobilita' e
l'espandibilita' dei polmoni erano state fortemente limitate
dall'elevata pressione addominale. ''Quando la paziente e'
giunta alla nostra osservazione - spiega il primario di
Chirurgia, Paolo Sorrentino - ci si e' subito resi conto che il
rischio piu' consistente era rappresentato proprio dalla
possibilita' di una embolizzazione massiva nel momento in cui la
massa sarebbe stata rimossa, determinando di conseguenza una
decompressione improvvisa della vena cava e l'ipotetica
liberazione degli emboli''.(ANSA).
CO
02-APR-13 12:55 NNNN
INTERVENTO ESEGUITO NEL VENEZIANO DA CINQUE UNITA' OPERATIVE
(ANSA) - VENEZIA, 2 APR - Ha lasciato il reparto di Chirurgia
dell'Ospedale di San Dona' di Piave una cinquantenne di Jesolo,
che in pochi mesi aveva sviluppato un enorme tumore addominale.
I sanitari hanno provveduto all'asportazione di una massa di 38
chilogrammi che stava rapidamente compromettendo le sue
condizioni di salute. L'intervento chirurgico e' riuscito per
merito della cooperazione di cinque unita' operative.
Si tratta di un caso particolare, non tanto per le dimensioni
della massa quanto per la compressione che la massa esercitava
su tutti gli organi addominali e toracici, e in particolare sui
grossi vasi addominali. L'attivita' di vari organi era stata
infatti progressivamente e notevolmente ridotta: i reni erano
completamente schiacciati dalla massa, la mobilita' e
l'espandibilita' dei polmoni erano state fortemente limitate
dall'elevata pressione addominale. ''Quando la paziente e'
giunta alla nostra osservazione - spiega il primario di
Chirurgia, Paolo Sorrentino - ci si e' subito resi conto che il
rischio piu' consistente era rappresentato proprio dalla
possibilita' di una embolizzazione massiva nel momento in cui la
massa sarebbe stata rimossa, determinando di conseguenza una
decompressione improvvisa della vena cava e l'ipotetica
liberazione degli emboli''.(ANSA).
CO
02-APR-13 12:55 NNNN
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