Riceviamo da Ficiesse e pubblichiamo
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
ALLEGATO 1
COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Consiglio Centrale di Rappresentanza
COMUNICAZIONE
AI COLLEGHI
In
data odierna il Consiglio Centrale di Rappresentanza ha incontrato, alla
presenza del Comandante Generale, il Ministro dell’Economia e delle Finanze,
Dott. Fabrizio Saccomanni, il Sottosegretario Alberto Giorgetti, i diretti
collaboratori del Ministro ed i rappresentanti della Ragioneria Generale dello
Stato.
Il
Ministro ha comunicato di avere affidato al Sottosegretario Alberto Giorgetti
l’incarico di mantenere i rapporti con il COCER.
Nel
corso dell’incontro sono stati sviluppati i seguenti temi:
- ruolo della rappresentanza;
- blocco stipendiale;
- armonizzazione del sistema previdenziale;
- IMU per i militari;
- buoni pasto.
Il
COCER aveva al riguardo predisposto un apposito documento (All.
1), nel quale era stato evidenziato il crescente disagio del personale in
ragione del progressivo peggioramento delle condizioni economiche e di
impiego.
Dopo
un approfondito esame tecnico delle tematiche suddette, si è convenuto di
continuare il confronto in un prossimo incontro che si terrà nei primi giorni di
luglio.
Roma, 25
giugno 2013
IL COCER
DELLA GUARDIA DI FINANZA
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Consiglio Centrale di Rappresentanza
Incontro con il
Signor Ministro dell’Economia e delle Finanze del giorno 25 giugno
2013
1.
RUOLO DELLA
RAPPRESENTANZA
L’instaurazione di
efficienti forme di relazione e confronto fra il Ministro dell’Economia e delle
Finanze e il Consiglio Centrale di Rappresentanza è un fattore importante non
solo per la tutela degli interessi del personale, ma anche per determinare il
buon andamento dell’Istituzione.
Nel corso degli anni
questo rapporto ha vissuto fasi non sempre agevoli anche perché risente, e non
potrebbe essere altrimenti, del fatto che il Ministro è, da un lato l’autoritÃ
di riferimento e dall’altro il responsabile delle finanze pubbliche; pertanto,
colui che all’interno del Governo determina scelte che incidono direttamente
sulle dinamiche del trattamento economico.
Questo stato di cose
si è verificato con maggiore evidenza in sede di concertazione, allorquando i
rappresentanti del personale delle altre amministrazioni del comparto hanno
potuto sviluppare un continuo confronto con le loro controparti governative,
mentre la scelta del MEF di non partecipare ai lavori con un proprio
sottosegretario ha, nei fatti, privato i finanzieri del loro
interlocutore.
In proposito,
possiamo comprendere la scelta di non presentarsi su un tavolo di contrattazione
per non finire nella morsa fra rappresentanze sindacali ed esponenti di altri
dicasteri, nondimeno rivendichiamo il nostro buon diritto ad avere, al pari
degli altri, un adeguato livello di interlocuzione con il nostro Ministro di
riferimento.
Sussiste quindi la
necessità di instaurare un corretto sistema di relazioni stabili, anche al di
fuori del tavolo presso la Funzione Pubblica, che permetta di affrontare sia gli
aspetti rientranti nella concertazione, a cominciare dal trattamento economico
e da quello previdenziale, sia altri temi di fondamentale rilievo per il
personale che possono essere affrontati nell’ambito delle Sue competenze.
Le chiediamo quindi
di prevedere forme stabili di relazione anche attraverso l’individuazione di un
Sottosegretario che curi con continuità i rapporti laddove ritenga, a causa dei
suoi impegni, di non poter essere disponibile.
La rappresentanza del
personale militare soffre di forti limitazioni in ragione delle regole che ne
disciplinano l’attività :
·
nasce, nel 1978, come
organo affiancato ai comandanti;
·
acquisisce una
competenza nella concertazione del contratto di lavoro nel 1995;
·
gli viene attribuito
un ruolo negoziale, al momento non meglio riempito di contenuti, nel
2010.
E’ evidente
l’insufficienza di questo strumento a garantire una corretta tutela degli
interessi del personale avente status militare. A tal riguardo, da tempo gli
organi di rappresentanza della Guardia di Finanza hanno manifestato l’esigenza
di disporre di un organismo, direttamente dialogante con il Ministro
dell’Economia e delle Finanze e non con quello della Difesa:
·
esterno e autonomo
dall’Amministrazione, realizzando, nell’interesse dei finanzieri e
dell’efficienza della stessa Guardia di Finanza, la separazione fra la linea di
comando e l’organo di tutela del personale;
·
giuridicamente in
grado di contrattare, sia al primo sia al secondo livello. In quest’ambito,
anche alla luce dell’evoluzione dell’assetto dello Stato, va ricompresa la
possibilità di interfacciarsi con le Regioni e gli enti locali per le materie di
loro competenza;
·
capace di tutelare
concretamente, sia sul piano collettivo sia su quello individuale, il personale
anche attivando procedure di conciliazione e di arbitrato che permettano di
limitare il ricorso al contenzioso in sede giudiziaria.
2.
Blocco stipendiale,
armonizzazione del sistema previdenziale e altri provvedimenti rilevanti per il
personale.
Nei giorni scorsi le
Commissioni Parlamentari competenti nel merito hanno espresso i loro pareri
circa l’armonizzazione del sistema previdenziale e l’estensione del blocco
stipendiale al 2014 (all. 1 e 2).
Sul primo punto hanno
concordato sulla posizione espressa da questo Consiglio in ordine
all’opportunità di rinviare l’emanazione del provvedimento all’esito degli
ulteriori approfondimenti che il Governo intende svolgere in merito al più
generale tema della riforma pensionistica (all. 3).
Sul secondo, hanno
approvato un “parere condizionato” che, però, di fatto, costituisce un via
libera all’estensione del blocco anche al 2014.
Sulla materia il
Consiglio aveva espresso una serie di motivate riserve in ordine alla
legittimità di alcune misure e alla loro equità , sia con riguardo al confronto
delle posizioni fra gli operatori del Comparto con il resto del pubblico
impiego, sia all’interno del Comparto stesso (cfr. cit. all. 3 e 4).
Tali argomenti erano
stati integralmente recepiti dalla Commissione Difesa della Camera che,
all’unanimità , si era dichiarata a favore dello stralcio della posizione del
personale del Comparto (all. 5).
Ribadiamo in
proposito la netta contrarietà all’estensione del blocco attesi i rilevati
profili di:
·
iniquità ;
·
illegittimità , anche
in ordine all’estensione ulteriore della vigenza di disposizioni a carattere
eccezionale.
Occorre trovare forme
diverse di copertura, laddove ne sussista effettivamente l’esigenza, (cosa che
non è immediatamente desumibile dalla lettura dei documenti di accompagnamento
del provvedimento). Tra l’altro l’art. 16, comma 1, del d.l. n. 98/2011
individua anche altre forme di conseguimento degli ulteriori risparmi e vorremmo
conoscere se quelle misure sono state attuate e quali siano i risparmi che
verranno conseguiti.
Il blocco delle
retribuzioni, così realizzato, costituisce una determinante fonte di
malcontento e disagio.
Non abbiamo mai
assunto posizioni corporative, ci siamo dichiarati pronti a fare la nostra
parte: se non è previsto il rinnovo del nostro contratto al pari di quello di
tutti gli altri dipendenti pubblici attese le condizioni di finanza pubblica lo
possiamo comprendere.
Quello che non
possiamo assolutamente accettare e respingiamo con tutta la nostra forza, sono
le iniquità che derivano dalla reiterazione di una norma sbagliata, che crea
ingiustificate differenziazioni fra persone che lavorano negli stessi luoghi,
che non raccorda più la retribuzione al grado rivestito o all’anzianitÃ
maturata in assenza di alcuna visione che ridisegni le carriere o fornisca
prospettive di soluzione plausibili.
Gli iniqui e
illegittimi tagli rendono oramai insostenibile la posizione, in particolare, dei
livelli più bassi di retribuzione, soprattutto per i colleghi che lavorano
nelle aree settentrionali e nei grandi centri urbani. Anche di qui discendono le
costanti richieste di essere trasferiti verso le regioni di origine, richieste
oramai non più accoglibili a causa dell’insostenibilità delle procedure di
mobilità sul territorio derivante dal blocco del turn over.
Inoltre, il blocco
del turn over, la riforma del sistema pensionistico e l’obbligo di reclutare il
personale del ruolo di base dopo un periodo pluriennale di servizio nelle
FF.AA., determina una marcata elevazione dell’età media che ha riverberi
negativi sull’efficienza dei servizi e sulla condizione del personale che è
chiamato ad espletarli.
Un esempio, con un
taglio lineare si è inciso, per l’ennesima volta, sui fondi destinati ad
assicurare, come da contratto di lavoro sottoscritto e finanziato in fase di
concertazione, il vitto del personale. Oggi, quel taglio di pochi milioni di
euro costringe tutti i comandanti a rimodulare i servizi in modo da non
ricomprendere le fasce orarie in cui dovrebbe essere assicurato il pasto, a
prescindere da ogni valutazione in ordine all’efficienza e funzionalitÃ
dell’operatività . E’ di tutta evidenza che chi si reca presso un’azienda per
condurre un’ispezione dovrebbe poter lavorare dalla mattina al pomeriggio e non
interrompere l’attività alle 14 (orario allo scadere del quale si matura il
diritto a fruire del pasto). Come conciliare poi questo con la giusta esigenza
di contenere la durata dei controlli come previsto dallo Statuto del
contribuente?
Un ulteriore e
singolare caso per capire il disagio è l’applicazione dell’IMU.
La vigente normativa
sull’I.M.U. prevede quale requisito per l’accesso all’agevolazione “prima casa”
per il pagamento della imposta il doppio requisito della residenza anagrafica e
della dimora abituale, senza prevedere deroghe alcune.
Tale previsione impatta
negativamente ed, a nostro avviso ingiustificatamente, sul personale delle Forze
Armate e delle Forze di Polizia che viene comandato a prestare servizio presso
una sede diversa da quella di residenza e che per la mancanza del doppio
requisito si trova nella condizione di dover pagare l’imposta relativa alla
propria unica abitazione di proprietà come “seconda casa”.
Riteniamo, anche in
dipendenza alla citata specificità del personale del Comparto, di cui la
mobilità sul territorio è uno degli elementi caratterizzanti (che non trova
attualmente risposta in adeguate politiche alloggiative), che debba essere
prevista una precisa deroga per il personale del Comparto, tanto più che una
norma di salvaguardia del tutto analoga è già prevista dall’art. 66 della Legge
n. 342/2000 per le agevolazioni fiscali riferite all’acquisto della prima
casa.
Sussiste uno stato
generale di sofferenza a cui occorre porre rimedio urgentemente con misure
concrete, indicando anche prospettive credibili di medio periodo. Occorre uscire
dalla dannosa logica dei tagli lineari indistinti, dai provvedimenti
emergenziali a durata illimitata.
Si stanno
compromettendo le vite e le prospettive delle persone e delle famiglie
distillando incertezza. Si mettono le organizzazioni non più in condizione di
erogare i servizi.
Nessun commento:
Posta un commento